Truffa sventata, si cerca il basista del ventenne arrestato

Truffa sventata. L’interrogatorio davanti al giudice delle indagini preliminari, dottor Fabio Giorgi, e al sostituto procuratore Giulia Alberti, titolare del procedimento e che ha coordinato l’operazione, è slittato a oggi.

Il caso è quello del napoletano di 21 anni, arrestato l’altra sera dai carabinieri di Tirano, con l’accusa di tentata truffa aggravata ai danni di un pensionato di Villa di Tirano.

Il legale nominato dal giovane, infatti, Emilio Vincenzo del Foro di Napoli, ha comunicato al cliente che lo aveva nominato e agli uffici giudiziari, di avere rinunciato all’incarico.

«Ho rinunciato - spiega il legale partenopeo Vincenzo - per ragioni legate alle distanze. Mi è, pertanto, subentrato un collega del posto, Giuseppe Palotti». Abbiamo allora interpellato il patrocinante valtellinese. «Non conosco ancora gli atti - si è limitato a dire Palotti il cui ufficio è a Sondrio - sono stato appena investito del patrocinio. Non posso, al momento, rilasciare alcun commento».

Intanto i carabinieri del comandante della Compagnia, capitano Riccardo Angeletti, e della stazione, maresciallo capo Carmine Pica, proseguono l’indagine perchè ci sono ancora diversi punti da chiarire sulla vicenda che ha portato all’arresto in flagranza di reato del campano, ora rinchiuso nel carcere sondriese di via Caimi, già noto alle forze dell’ordine.

Dai primi accertamenti investigativi non sembrerebbe sia emerso che abbia soggiornato nel Tiranese, prima di mettere in atto il suo piano con la telefonata all’ultrasettantenne fingendosi un legale. «Sono l’avvocato che assiste suo figlio il quale è ora in carcere perchè ha causato un gravissimo incidente stradale. Servono almeno 10mila euro, in soldi e ori, per pagare la cauzione, così riesco a farlo scarcerare. Dobbiamo vederci al più presto così mi consegna quanto le sto chiedendo», ha detto al telefono il finto avvocato.

Già, la telefonata. Lasciando perdere che la vittima designata della truffa ha, effettivamente, un figlio, che tra l’altro vive e lavora non lontano (il malfattore potrebbe essere stato fortunato nell’azzeccare), ma ci si chiede come facesse a conoscere il numero del suo cellulare attraverso il quale ha intrattenuto a lungo il valtellinese. Conversazione, in parte, ascoltata anche dagli ufficiali dell’Arma, quando il pensionato villasco ha raggiunto la caserma per raccontare e denunciare quanto gli stava accadendo. Il giovane ha potuto contare sull’appoggio in zona di un basista? Oppure al numero del signore da derubare il ventunenne ed eventuali altri complici sono risaliti attraverso i social network con, magari, alcuni incroci di dati anagrafici?

All’incontro pattuito per le 21 del 18 settembre, nelle vicinanze di un ristorante di Villa di Tirano, quando doveva avvenire la consegna della busta con i soldi e i preziosi, il giovane, finito nella trappola orchestrata dai carabinieri, si è presentato al volante di un’auto che, in precedenza, era stata intercettata e seguita dai militari in borghese.

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