Tribunale di Sondrio, allarme personale: «Meno 60% di impiegati»

«C’è un allarme, a Sondrio, per l’elevata scopertura del personale amministrativo, supporto essenziale per l’attività giurisdizionale. Tuttavia, grazie al grande sacrificio di chi è in servizio, ai magistrati, giudici e collaborazione fattiva degli avvocati si è riusciti a mantenere una dignità nell’amministrazione della giustizia, come si evince dai dati contenuti nelle tabelle ministeriali relative all’attività nel Tribunale e Procura del capoluogo valtellinese».

Lo ha detto, nella tarda mattinata di ieri, al termine dei lavori, Giuseppe Ondei, presidente del Consiglio giudiziario presso la Corte d’Appello di Milano.

«Siamo venuti in Valtellina - ha aggiunto il giudice - non per fare una gita di piacere, ma per prendere diretta visione delle criticità e per cercare di individuare delle possibili soluzioni. Ho assunto l’impegno di contattare i vertici ministeriali, affinchè ci sia un tempestivo intervento, ossia venga prestata la dovuta attenzione a questa difficilissima situazione».

«Sono qui da quasi tre anni - ha detto invece il procuratore Piero Basilone - e ricordo rimasi un poco in pensiero quando il giorno dell’insediamento appresi che c’era una scopertura di amministrativi di circa il 24%. Quando in seguito, durante una riunione, mi fu detto che era praticamente impossibile trovare un rimedio, mi rassegnai a convivere con questo dato negativo. Poi, invece, nel giugno 2022 il dato salì al 48% e ora, fra pochi giorni, per vari pensionamenti tocchiamo il drammatico livello del 60%».

E ha aggiunto: «È avvilita la funzione degli impiegati, rimasti troppo pochi con un carico eccessivo di lavoro che cambia di giorno in giorno, proprio in base alle emergenze che subentrano. La risposta alla domanda di giustizia deve essere di qualità, ma pure tempestiva. Invece non è possibile in queste drammatiche condizioni. E poi ci fanno partecipare a convegni sul benessere del personale...».

La stessa procuratrice generale, Francesca Nanni, ha espressamente “denunciato” che queste emergenze prolungate «devono fare riflettere coloro che devono decidere sull’opportunità o meno di mantenere aperti uffici con queste situazioni di carenza di personale tanto disastrose».

Insomma, se non si trova un rimedio in tempi rapidi il rischio paralisi è concreto. Il capo della Procura, Basilone, ha aggiunto: «Non ho più il fuoco sacro per cui ho iniziato questa attività direttiva. Mi tocca pietire nelle varie istituzioni impiegati da trasferire a Palazzo di giustizia, poi ottenere il consenso degli stessi. Ma è giusto che un procuratore della Repubblica debba fare pure questo ? Vi racconto un episodio emblematico di quanto i miei impiegati e i componenti della Polizia giudiziaria, che si sobbarcano compiti delicati che non spetterebbero a loro, ma si prestano proprio per la pesante carenza negli organici. Una ragazza che in estate aveva finito il suo contratto mi chiama in piena estate e mi dice: “Dottore non vengo più pagata perché ho terminato. Ma ad agosto e settembre possono venire ugualmente ad aiutarvi che so siete in forte difficoltà?”. Tutti questi sono eroi, non semplici impiegati o ufficiali di Polizia giudiziaria».

Interessante anche l’intervento di Antonio De Rosa, oltre che gip, con esperienza da presidente di Sezione e ora pure presidente vicario del Tribunale dopo il trasferimento a Perugia, per ricoprire un altro incarico, del predecessore Giorgio Barbuto.

«I numeri del rendimento sono buoni, ci dice il Consiglio giudiziario - ha affermato De Rosa -, ma il basso numero dell’organico ci tiene sempre sulla corda. Ci manca solo che passi pure la riforma dei gip collegiali. Qui siamo soltanto in due. La gestione è dura per incompatibilità sempre più pressanti, stanti i cambiamenti normativi continui. L’organico non viene adeguato e, dunque, se si vuole che un Tribunale di così piccole dimensioni continui a lavorare alcune funzioni dovrebbero, forse, essergli tolte».

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