Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 20 Luglio 2021
«Trenta mesi senza casa, perché?»
Sondrio Cinzia Testini viveva nella mansarda di via Brigata Orobica distrutta da un incendio nel gennaio 2019
Sono trascorsi più di due anni e mezzo da quel 4 gennaio del 2019, giorno in cui a Sondrio si verificò uno dei più spaventosi incendi in un’ abitazione, nello stabile al civico 47 di via Brigata Orobica. Trenta mesi dopo, quasi tutti i condòmini sono rientrati nei loro appartamenti, ma il tetto non è ancora stato ricostruito. Quasi tutti, perché Cinzia Testini, proprietaria della mansarda da cui il rogo ha preso il via, è ancora fuori casa, ed è disperata.
L’incendio, probabilmente causato dal malfunzionamento di una canna fumaria delle due mansarde (distrutte dal fuoco), provocò danni ingenti: per ore dovettero lavorare una ventina di vigili del fuoco per avere ragione del rogo, e 19 persone rimasero fuori casa per più di un mese.
Caso unico
Ad oggi, però, a parte Cinzia Testini gli altri residenti sono tornati nelle loro abitazioni: anche quelli dell’altro appartamento distrutto: la mansarda, infatti, è inagibile, ma il piano sottostante, che fa parte dello stesso appartamento, è abitabile, e i proprietari sono quindi riusciti a rientrare a casa nel giro di alcuni mesi. La situazione non è comunque ottimale: non sono ancora iniziati i lavori per ricostruire il tetto, e passando accanto al palazzo si notano ancora i ponteggi montati nel febbraio 2019 e la copertura realizzata da una ditta specializzata di Grosio. Ovviamente questo causa disagi, come, ad esempio, difficoltà a riscaldare gli appartamenti.
Niente, però, a confronto della situazione che vive Cinzia Testini, che quel 4 gennaio di due anni e mezzo fa ha perso tutto: abiti, effetti personali, mobili e ricordi, perfino le fotografie di famiglia; e che oggi ancora non sa se e quando potrà tornare nel suo appartamento.
«Da quel giorno vivo in una casa in affitto - racconta disperata ed esasperata - e non so quando questa situazione finirà. L’assicurazione infatti copre soltanto i primi dieci mesi fuori casa. Vorrei almeno sapere a che punto siamo e avere un’idea di quando potrò tornare nel mio appartamento. Ho anche chiesto udienza al sindaco, Marco Scaramellini, che mi ha ricevuto ed è stato molto gentile, si è mostrato interessato ai miei problemi, purtroppo però c’è poco che possa fare».
La situazione
Ma perché i lavori di ricostruzione della copertura del palazzo non sono ancora nemmeno iniziati? Inizialmente si era dovuto aspettare per consentire i rilievi della Procura di Sondrio e le perizie. Poi, più di un anno dopo, è arrivata l’emergenza sanitaria. E adesso? Pare che ci siano problemi di dialogo tra assicurazioni e l’impresa.
«Quel giorno io ho perso tutto quello che avevo - conclude Cinzia Testini -. Da tempo non ero a casa, mi stavo prendendo cura di mio padre, che morì appena 4 giorni dopo il rogo. Quel giorno mi chiamò una vicina, dicendomi che la mia casa stava andando a fuoco. Ho visto il mio appartamento bruciare, il fuoco non mi ha lasciato niente, nemmeno i ricordi di una vita. E da due anni e mezzo vivo in un limbo, non so quando potrò tornare nella mia casa, quando potrò lasciare la casa in affitto per la quale sto spendendo molti soldi. Non chiedo molto, vorrei solo che la situazione mia e di tutti i condomini non venisse dimenticata, e sapere quando potremo pensare di tornare alla normalità».
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