Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 24 Aprile 2016
Tre giorni senza notizie di Roberto
Sempre più flebili le speranze
Il maltempo impedisce i soccorsi anche con l’elicottero. Le ultime tracce alla Sassa di Fora, a 3.300 metri
Enrico Benedetti, detto Beno, non ha resistito. Appreso della presenza di impronte umane intorno alla cresta della Sassa di Fora, a quota 3.363 metri, ha aggirato l’ostacolo tentando un avvicinamento al target dalla parte Svizzera.
Ieri mattina, infatti, il suo cellulare parlava tedesco, e, solo nel tardo pomeriggio è tornato a parlare italiano, per bocca della fidanzata che, gentilmente, ci ha aggiornato sugli esiti di una “battuta” risultata, per ora, vana.
«Beno ha imboccato ieri la Val Fex, con un amico, - assicurava - nel tentativo di avvicinarsi il più possibile alla Cresta di Fora dalla parte svizzera, ma, purtroppo, ha incontrato un nebbione impenetrabile. Di fronte al quale ha dovuto dichiarare partita persa e rientrare, delusissimo. Sperava, contava, proprio, di trovare qualche appiglio, qualche traccia che lo portasse a Roberto, invece, ha dovuto indietreggiare di fronte alla natura, ieri avversa». Il maltempo, soprattutto in quota, l’ha fatta da padrone, infatti, rendendo difficilissime le ricerche anche sul fronte italiano, tant’è che l’elicottero del 118 di Caiolo non si è alzato in volo e anche le squadre di terra, una decina di soccorritori in tutto, coordinati da Valerio Rebai, poco hanno potuto di fronte alla barriera rappresentata dalla nebbia. Tant’è che intorno alle 15,30 hanno dichiarato forfait rientrando alla base col proposito di riprendere le ricerche nella giornata odierna, sempre compatibilmente con le condizioni meteo.
Per tutti, infatti, la presenza di impronte d’uomo nei pressi della cresta, avvistate l’altro ieri, a giornata ormai conclusa, dall’elicottero, rappresenta un appiglio cui aggrapparsi, nella speranza di ritrovare Roberto Dioli, 27 anni, di Caspoggio, ultimo di sette fratelli, dipendente della Imi Fabi di Torre di Santa Maria, appassionato di montagna.
Ovviamente tutti sperano di ritrovarlo vivo, dato che Roberto e la montagna erano una cosa sola, ma occorre fare i conti anche con l’opzione peggiore, essendo già trascorsi tre giorni dalla scomparsa senza avere alcun feedback. Oltrettutto, nella zona di Fora, è scesa una valanga gigantesca sul versante italiano, ma anche quello svizzero non è al meglio.
«La speranza è l’ultima a morire, però, dico la verità, all’inizio ci ho creduto - dice Nello Presazzi, di Caspoggio, per anni presidente della Polisportiva Valmalenco, e da dieci collega di lavoro di Roberto -, ho pensato, adesso torna, lo vediamo arrivare, magari zoppicando, ma arriva. Perché Roberto è uno che ha la pelle dura - mi dicevo -, magari è ferito, magari si ferma in qualche bivacco, ma poi arriva, arriva a casa. Non molla. Ma adesso, dopo tre giorni, ancora senza notizie, è dura. Adesso comincio a non essere più tanto sicuro, non so. Non ci voglio pensare. Penso solo a lui che, tutti i santi giorni, si può dire, arrivava in ditta con la sua Panda e con gli sci appresso. Perché dopo il turno, c’era il giro in montagna. Sempre da solo. Gli ho detto tante volte, ma perchè non fai qualche gara? Va a finire che le vinci, perchè con gli sci sapevo che faceva cose incredibili. Ma, lui, niente, di gare non ne voleva sapere. Credo che per tutti noi, che vogliamo bene a questo giovane, “selvatico”, sempre sorridente, mai un’arrabbiatura sul lavoro, sia stato un sollievo vederlo insieme “al Beno”, l’unico che sia riuscito a portarselo appresso in montagna. L’unico, nessun altro».
E il pensiero “del Nello” è quello di tutta Caspoggio, sindaco compreso. «Siamo in attesa, tutti mobilitati per Roberto - dice Danilo Bruseghini -, speriamo che le tracce rinvenute portino alla meta».
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