Tragica caduta al passo Cigola, la salma di Ermanno Molin Pradel riconsegnata ai parenti

Il 57enne residente a San Donato Milanese era precipitato sabato dalla cresta della cima Cigola, a quasi 2600 metri di quota, nel territorio comunale di Piateda. Una caduta che non gli ha lasciato scampo

É stata subito riconsegnata alla famiglia la salma di Ermanno Molin Pradel, 57 anni, di San Donato Milanese (Milano), precipitato dalla cresta della cima Cigola, a quasi 2600 metri di quota, sulle Orobie, nel territorio comunale di Piateda.

Il fatto è avvenuto poco dopo le 13 di sabato e a lanciare l’allarme sono stati i compagni di escursione dell’alpinista, il nipote ed una terza persona, che hanno convogliato a Cigola i soccorritori. L’elisoccorso di Areu si è alzato in volo da Caiolo, sei i tecnici del Corpo nazionale del soccorso alpino attivati, insieme ai militari del soccorso alpino della Guardia di finanza, informati anche i Carabinieri di Sondrio. Nulla si è potuto fare tuttavia per salvare l’uomo perché la caduta in un canalone è stata tale da procurargli un grave trauma cranico che ne ha provocato la morte sul colpo.

Era talmente evidente la causa del decesso, da non rendere necessaria neppure la ricognizione cadaverica. Il sostituto procuratore di Sondrio, infatti, Chiara Costagliola, ha richiesto unicamente la visita necroscopica eseguita dal medico necroscopo Antonino Gallucci in obitorio a Sondrio, non ritenendo necessario procedere ad ulteriori indagini. Il riconoscimento è stato effettuato dal nipote stesso, che era in montagna con lo zio e che ha riferito agli inquirenti, i militari del Soccorso alpino della Guardia di Finanza, anche come si sono svolti i fatti. Per cui nella tarda serata di sabato la salma di Molin Pradel era già a disposizione dei famigliari per le esequie.

Certo, uno choc per tutti loro apprendere di questa tragica fine, perché nessuno aveva messo in conto che un’escursione sulle amate montagne valtellinesi, le Orobie, in particolare, potesse tradursi in un così triste epilogo. Eppure, è successo. Molin Pradel ha posato un piede su un sasso che si è staccato dalla cresta ed che lo ha fatto ruzzolare giù dal versante senza rimedio. Ha battuto fortemente il capo contro le rocce e proprio questo trauma cranico così pesante gli è stato subito fatale.

Una dinamica molto simile a quella occorsa il 12 agosto scorso a Jonathan Giubilato, 61 anni, di Valenza Po (Alessandria), precipitato dalla cresta fra la Punta Linke ed il Colle del Vioz sull’Ortles Cevedale, dopo aver appoggiato il piede su una roccia instabile. Anche in quel caso l’alpinista era morto sul colpo e anche in quel frangente, come in questo, gli alpinisti non erano legati in cordata altrimenti sarebbe stata una tragedia.

E pochi giorni dopo, a Ferragosto, un altro incidente montano simile si era verificato sulla cresta che collega il bivacco Seveso alla cima del pizzo Tresero, a 3500 metri di quota, sulla via Normale, in Valfurva. Anche lì lo sfortunato alpinista, un 45enne della provincia di Brescia era precipitato dalla cresta facendosi molto male, ma era riuscito a scamparla.

Dai tecnici del Corpo nazionale del soccorso alpino giunge il monito a tutti gli appassionati della montagna a fare attenzione a ghiaccio e neve. «Il calo delle temperature e le recenti nevicate hanno determinato condizioni significativamente differenti rispetto alle ultime settimane - dicono - per cui l’abbigliamento, l’equipaggiamento e le competenze alpinistiche ed escursionistiche devono essere congeniali ai cambiamenti stagionali in corso». Sabato il meteo era proibitivo in quota, ma anche ieri mattina, fino al primo pomeriggio, la temperatura era bassa e ancora ancora qualche folata di vento presente.

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