Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 14 Marzo 2024
Traffico di cocaina a Livigno, collegamenti con la mafia albanese
Il dirigente della Squadra mobile Battisti: «Inchiesta importante e difficile, come in passato se ne sono viste poche»
La Polizia di Stato di Sondrio ha eseguito 12 misure cautelari a Livigno, Torino e a Rimini, nei confronti di un gruppo criminale che inondava di droga, in particolare cocaina, Livigno e l’Alta Valtellina. La cocaina veniva venduta davanti a neonati ed ordinata attraverso un latitante appartenente alla potente mafia di Scutari, città albanese da cui provenivano almeno cinque dei 12 arrestati.
La Squadra Mobile di Sondrio, nell’ambito di un’indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Sondrio, ha dato esecuzione a 12 misure cautelari: 6 in carcere, 5 ai domiciliari ed un obbligo di dimora nei confronti di soggetti di nazionalità albanese, italiana e dominicana, ritenuti responsabili di aver trasportato e venduto a Livigno notevoli quantità di cocaina destinata ai consumatori locali e ai numerosi turisti richiamati dalle note attrazioni sciistiche.
Sono stati accertati stretti collegamenti con esponenti di spicco della mafia albanese allettata dalle potenzialità economiche di Livigno.
L’esecuzione delle misure cautelari, che ha richiesto l’impiego di 70 appartenenti alla Polizia di Stato, è avvenuta contestualmente in Valtellina (nei comuni di Livigno e Sondalo) a Torino e Rimini, con la collaborazione delle Squadre Mobili di Torino e Rimini, del Settore di Polizia di Frontiera di Tirano, della Polizia Locale di Livigno e con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.
«Un’inchiesta importante e difficile, come in passato se ne sono viste poche – commenta il dirigente della Squadra Mobile della Questura di Sondrio, Niccolò Battisti -. Era iniziata nell’aprile del 2023 e si è conclusa dopo quasi un anno. Gli uomini della Sezione narcotici hanno fatto un lavoro incredibile, difficilissimo riuscire a ricostruire il giro di droga anche perché gli indagati riuscivano a non farsi scappare nulla al telefono ed erano bravi a depistare le indagini. Tanto che nel novembre del 2023, nonostante un’intercettazione telefonica, non siamo riusciti ad effettuare un arresto che sembrava cosa fatta. Un chilo di droga sembrava sparito nel nulla, ma l’abbiamo intercettato, poi, un mese dopo e sequestrato».
Ancora in corso la cattura in Francia dell’ultimo indagato, un 24enne albanese già ricercato per omicidio, corruzione di magistrati e di funzionari pubblici.
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