Tirano, celebrazione del IV novembre con gli studenti

Il sindaco Stefania Stoppani ha preso in prestito le parole di papa Francesco: «La guerra, in qualunque forma si presenti, è sempre una sconfitta per l’umanità»

La pace e il rispetto. Sono le due parole risuonate maggiormente ieri mattina in piazza Marinoni a Tirano alla Festa dell’Unità nazionale e delle Forze armate cui hanno presenziato le autorità civili, militari e religiose, gli alpini, la protezione civile, la banda cittadina, le scuole e un gruppo di cittadini. Il sindaco di Tirano, Stefania Stoppani, per il suo primo discorso in occasione di questa celebrazione ha ricordato, a 106 anni dalla fine della prima guerra mondiale, il sacrificio di oltre 17 milioni di persone, tra militari e civili, che hanno perso la vita in quel lungo e terribile conflitto, e ha fatto un riferimento locale.

«Anche la nostra amata Tirano ha dato il suo pesante contributo, con oltre 100 giovani che non sono tornati alle loro case, lasciando un vuoto incolmabile nelle famiglie – ha detto Stoppani -. Oggi desidero dedicare un pensiero speciale a questi nostri concittadini: figli, padri, fratelli, che hanno risposto con coraggio alla chiamata della patria, sacrificando il bene più alto – la propria vita - per la libertà e la giustizia. Ognuno di loro ha scritto una pagina della nostra storia, e oggi siamo qui per onorarli e per non dimenticare il loro sacrificio e il dolore delle loro famiglie, delle loro madri (e da donna e mamma questo pensiero mi tocca nel profondo) che hanno atteso invano il ritorno dei loro figli». Ma il 4 novembre non è solo la data che segna la fine di un terribile conflitto, ma è ancora prima il giorno dedicato a tutti coloro che hanno combattuto e che combattono per le libertà. Stoppani ha preso in prestito le parole di papa Francesco e cioè che la guerra, in qualunque forma si presenti, è sempre una sconfitta per l’umanità.

«La carta costituzione affida alle Forze armate il compito di difendere il Paese, ma è fondamentale sottolineare che l’Italia ha sempre rifiutato la guerra come strumento di offesa e come soluzione di controversie internazionali e con le Forze armate impegnate in missioni di pace in tutto il mondo continua a promuovere questa fondamentale verità», ha aggiunto ricordando. l’estenuante guerra tra Ucraina e la Russia e il rinnovato conflitto israelo-palestinese, che se non arginato, rischia di allargarsi a macchia d’olio a tutto il Medio Oriente. «È nostro dovere opporci a questa deriva di violenza e oggi siamo qui per testimoniare che, se chiamati a scegliere, noi siamo e saremo sempre dalla parte della pace, l’unica scelta sensata per garantire all’umanità un futuro degno di essere vissuto – ha proseguito -. Colgo l’occasione per condannare anche forme più subdole di violenza, che serpeggiano anche nella nostra società. Osservo con preoccupazione un triste ritorno di atteggiamenti razzisti e xenofobi, atteggiamenti che pensavamo appartenessero al passato. Rivolgo un pensiero alle tante, troppe vittime di femminicidio, anche giovanissime, e di violenze domestiche che si consumano nel luogo dove dovremmo sentirci maggiormente al sicuro: le nostre case. Dobbiamo condannare qualsiasi forma di odio e divisione, anche mascherata e lavorare perché questi atteggiamenti non possano attecchire nella società».

In chiusura il sindaco si è rivolto ai giovani per ricordare che «la pace per il nostro Paese è un tesoro prezioso da proteggere, perché rappresenta il più importante testimone che i nostri padri ci hanno lasciato in eredità. Proprio per questo studiare e comprendere la storia, anche attraverso momenti di celebrazione come questo 4 novembre, ci aiuta a tenere viva la memoria e a rinforzarci nel proposito che tutti dobbiamo concorrere a preservare questo bene fondamentale».

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