Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 11 Ottobre 2021
Terza dose da oggi anche ai sanitari
Niente Moderna, problemi nelle Rsa
La campagnaLe indicazioni della Regione dopo la circolare diramata dal Ministero
Si parte con la terza dose di vaccino anti Covid anche per operatori sanitari e pazienti fragili, ma “solo” con Pfizer/Biontech, non con Moderna, un dettaglio non da poco che potrebbe causare ritardi soprattutto per la somministrazione nelle case di riposo.
La Direzione generale del dipartimento del Welfare lombardo, d’intesa con l’Unità di Crisi - a seguito della circolare del Ministero della Salute dell’8 ottobre di aggiornamento delle indicazioni sulla somministrazione della dose di richiamo detta “booster” , ha infatti confermato l’avvio, previsto da oggi, della campagna “booster” con vaccino Pfizer/Biontech per tutti gli operatori all’interno delle strutture di ricovero e di cura e per i quali sono trascorsi almeno 180 giorni dal completamento del ciclo vaccinale di base (prima e seconda somministrazione o dose unica).
Niente dosi “booster”, quindi, con Moderna. A risentire dell’intoppo saranno soprattutto le Rsa, molte delle quali avevano pianificato il nuovo giro di inoculazioni utilizzando proprio quel farmaco: sarebbero dovute partire oggi, invece il cronoprogramma andrà ricalibrato, anche se probabilmente non di molto. Moderna, così come Pfizer, resta invece utilizzabile come dose “addizionale” per gli immunocompromessi (trapiantati, persone in dialisi, pazienti oncologici e altre categorie di fragilità).
La circolare del Ministero della Salute che descrive categorie e tempistiche, distingue la terza dose addizionale dalla dose booster: in quest’ultimo caso la platea di riferimento non sono i soggetti particolarmente fragili per i quali si è evidenziata una minore risposta al vaccino (e che per questo necessitano di una dose appunto addizionale come parte integrante del processo vaccinale), bensì le fasce che hanno avuto una risposta immunitaria adeguata dopo le prime due dosi ma che a distanza di tempo, o forse per via delle varianti, hanno comunque bisogno di una dose di rinforzo a fronte del calo di copertura immunitaria che, secondo vari studi, si determina per i vaccini anti-Covid dopo 6-9 mesi.
L’obiettivo
L’obiettivo della dose booster è quindi mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria, in particolare in popolazioni connotate da un alto rischio, per condizioni di fragilità che si associano allo sviluppo di malattia grave, o addirittura fatale, o per esposizione professionale. La dose booster va somministrata dopo almeno sei mesi dall’ultima dose.
Al momento, in base alle indicazioni del Cts, precisa la circolare, «si considera prioritaria la somministrazione della dose addizionale nei soggetti trapiantati e immunocompromessi». Ferma restando la priorità del raggiungimento di un’elevata copertura vaccinale con il completamento dei cicli attualmente autorizzati, «sarà poi definita la strategia di somministrazione di una dose booster di vaccino a m-Rna (Pfizer e Moderna) in favore di ulteriori gruppi target, tenendo conto delle evidenze scientifiche e dell’evoluzione dello scenario epidemiologico».
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