Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 24 Aprile 2018
Tentò di dare fuoco alla cella
Altra condanna per il molestatore
Quattro anni e 9 mesi al valtellinese accusato di aver aggredito la ragazzina di Casatenovo.
Aveva appiccato un incendio in carcere rinchiudendo in bagno il compagno di cella. Per questa ragione ieri mattina il giudice del tribunale di Monza, Sonia Mancini, lo ha condannato a una pena di 4 anni e 9 mesi di reclusione. Si tratta di Raul Rodriguez Da Silva, 36 anni, originario del Brasile, ma residente a Berbenno, prima di essere detenuto. Un incendio all’interno della cella nella quale era detenuto a Monza perchè voleva indietro il fornellino che il personale penitenziario gli aveva sequestrato.
Era accaduto il 28 marzo del 2014, ma se n’è tornato a discutere in tribunale a Monza proprio nelle ultime ore. Quel giorno, secondo la ricostruzione della Procura di Monza, rappresentata in aula dal viceprocuratore onorario, Luigi Pisoni, si era scatenato l’inferno: il detenuto, dopo aver rotto alcuni sgabelli in legno, recuperando anche delle lenzuola, appiccò il fuoco all’interno della cella 717 della casa circondariale di Monza. Scoppiò il panico. La situazione si aggravò dopo che per motivi poco chiari rinchiuse il compagno di cella in bagno, il quale a causa del fumo inalato svenne, ma per fortuna senza riportare conseguenze gravi.
«Ero intervenuto – aveva spiegato una guardia nelle recenti udienze – fin dall’inizio, fin da quando Da Silva aveva dato in escandescenza. Il fumo che si era sprigionato ci impediva di avere una visuale completa della situazione all’interno della cella. Io e il collega quando ci avvicinavamo ci gettava secchi di acqua addosso. Riempiva i secchi in bagno e buttava l’acqua». Quelle vissute quel giorno del marzo del 2014 all’interno del carcere monzese erano state autentiche scene da film.
Per lunghi istanti la tensione aveva riempito la struttura di detenzione come aveva raccontato qualche mese fa in aula anche il compagno di cella, un uomo di 39 anni di Cuneo: «A un certo punto – aveva raccontato il teste – mentre dormivo, il mio compagno di cella mi ha svegliato e mi ha trascinato in bagno. Mi ha chiuso all’interno. Non conosco i motivi che hanno portato a quella situazione. So soltanto che in pochi momenti ero svenuto a causa del fumo. C’era davvero tanto fumo e non si riusciva a respirare. Mi ricordo davvero poco di quella giornata. Ricordo le due guardie che mi hanno tirato fuori dal bagno e mi hanno accompagnato all’esterno. Sentivo che invece lui urlava e diceva che avrebbe spaccato tutto, tratteneva la porta del bagno. Non si riusciva a ragionare».
Il nome di Raul Rodriguez Da Silva è noto anche nel Lecchese per essere finito in cella dopo aver molestato sessualmente una ragazzina di 15 anni residente a Casatenovo, il mese scorso. Arrestato a Imola, provincia di Bologna, è accusato di aver aggredito, nella stessa giornata della violenza in Brianza, anche una tredicenne di Monza. Il giudice delle indagini preliminari del capoluogo emiliano ne ha poi convalidato l’arresto.
Ma non sarebbe stata la prima volta, quella delle due aggressioni tra Lecco e Monza, che il camionista ha seminato il terrore tra le donne. In Valtellina nel 2006 Rodriguez fu processato per violenza sessuale e condannato a 4 anni di reclusione. Restò in carcere fino al 2016 e poi tornò in libertà, dopo pochi mesi di domiciliari.
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