Svincolo al Trippi, “no” di 26 aziende

Il caso Lettera ai sindaci di Sondrio e Montagna di imprenditori e negozianti nella zona interessata dai lavori. E tre ditte hanno incaricato l’avvocato Pillitteri di tutelarle: già fatta la richiesta per accedere agli atti

L’ipotesi di viadotto al Trippi non convince assolutamente i residenti e i titolari delle ditte dell’area alle porte di Sondrio. È per questa ragione che in 26 – tra famiglie di Montagna Piano e proprietari di esercizi commerciali e aziende della zona, quindi direttamente interessati da eventuali lavori futuri – hanno sottoscritto una lettera, inviata al sindaco Barbara Baldini, per manifestare «dissenso rispetto alla proposta progettuale avanzata da Anas nella conferenza di servizi preliminare del 20 ottobre scorso».

Proprio per fare chiarezza, tre aziende, che sorgono tutte a pochissima distanza l’una dalle altre tra via don Guanella e via Stelvio, hanno incaricato l’avvocato Umberto Pillitteri di seguire nel dettaglio la vicenda. «Non esiste proprio» è il commento della ditta di trasporti “Gianolini”, della carrozzeria “Giugni” (il pensiero dei titolari è apparso su queste colonne giusto pochi giorni fa), e della “Sanival”.

Il legale, a nome degli assistiti, lo scorso martedì ha inoltrato al Comune di Montagna formale richiesta di accesso agli atti, in modo particolare al «verbale e all’intera documentazione relativa alla conferenza di servizi preliminare», durante la quale – com’è ormai noto – è stato presentato il progetto tanto discusso.

Nella lettera emerge «la netta contrarietà delle medesime alla soluzione prospettata da Anas quale si evince dalla lettura degli organi di stampa locali, ossia alla realizzazione di viadotto con sopraelevata, a superamento del passaggio a livello esistente alla fine della tangenziale di Sondrio, con reimmissione sul tracciato della strada statale poco dopo il torrente Davaglione, in prossimità della sede della ditta Gianolini».

Non è finita. «Tale soluzione, oltre a recare un vulnus irreparabile al contesto ambientale circostante, non solo non è idonea a risolvere in via definitiva il problema dello snodo viabilistico in questione, ma comporta, altresì, un gravissimo pregiudizio all’attività delle ditte da me assistite – aggiunge l’avvocato Pillitteri – riducendo fortemente aree per parcheggi e spazi di accesso e di manovra». Che si tratti dell’autobus da dodici metri o del furgone per il trasporto di organi, sicuramente – con un’opera del genere – uscire ed entrare dal deposito diventerebbe quasi impossibile.

«Peraltro – prosegue il legale nella lettera, facendo riferimento agli articoli pubblicati nei giorni scorsi su queste colonne – dalla lettura degli organi di stampa locali emergono anche le forti perplessità manifestate sia da parte dei cittadini residenti nella frazione di Montagna Piano in termine di peggioramento della qualità della vita, sia dagli utenti della “nuova” strada, in primis dai rappresentanti della categoria degli autotrasportatori, i quali hanno evidenziato le criticità di natura viabilistica dell’ipotesi progettuale prospettata da Anas».

Già, perché la soluzione pare non tenere conto «dell’impatto ostruttivo del viadotto a pochi metri dalle case di abitazione, del conseguente prevedibile aumento delle polveri sottili e dell’inquinamento acustico», aspetti fondamentali per il benessere di chi vive e lavora in zona.

«Pare doveroso – conclude, infine, Pillitteri, per conto delle ditte interessate e dei numerosi firmatari – osservare che tale scelta, ove realizzata, metterebbe la parola fine a soluzioni viabilistiche di gran lunga meno impattanti, in primo luogo al prolungamento in piano della tangenziale di Sondrio fino a Tresivio, quale era la soluzione più logica e meno invasiva ipotizzata da Anas nei primi anni Duemila e ora incomprensibilmente accantonata».

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