Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 23 Aprile 2021
Superiori al 75%
«Tutti in classe?
Per ora impossibile»
Scuola. l’esito dell’incontro ieri mattina in Prefettura. Gli istituti sarebbero pronti al 100% ma per i trasporti vi sono problemi normativi
Da lunedì 26 aprile al 2 maggio all’appello in classe risponderanno il 75% degli studenti delle scuole superiori di Valtellina e Valchiavenna. Per ora la percentuale del 100% deve attendere. Forse se ne parlerà dal 10 maggio. Anche potendo, essendo la provincia in zona arancione, questa strada al momento non è percorribile, sostanzialmente per la questione dei trasporti.
Non per mancanza di volontà, sia chiaro. Anzitutto a “blindare” il carico su bus e treni è la norma attualmente in vigore che consente di viaggiare al 50% della capienza. Percentuale, che già a prima vista, mal si coniuga con quella del 100% degli studenti. Servirebbero più mezzi.
Come peraltro evidenziato ieri in Prefettura al tavolo di coordinamento nel settore del trasporto pubblico scolastico, incontro in streaming al termine del quale si è deciso per un incremento graduale degli studenti in presenza - 75% per l’appunto -, sebbene le istituzioni scolastiche siano in gran parte in grado di garantire condizioni di sicurezza per estendere la didattica in presenza al 100 % da subito.
Fondamentale tener conto delle capacità effettive del trasporto pubblico locale, che incontra delle oggettive e serie difficoltà. Ma cosa bisognerebbe fare per far sì che con le vigenti limitazioni al 50% della capienza massima dei mezzi, si possano “reggere” a bordo percentuali superiori al 75% della popolazione studentesca?
I passi da fare, durante il vertice coordinato dal prefetto Salvatore Pasquariello, li ha illustrati uno dopo l’altro Maria Cristina Carmeli, direttrice dell’Agenzia del trasporto pubblico locale (Atpl).
Primo: per raggiungere l’obiettivo del 100% bisognerebbe contrattualizzare altri soggetti (aziende minori che operano sul territorio, nda) oltre a quelli che già stanno lavorando e «tale soluzione non è di immediata realizzazione» spiegano in una nota della Prefettura.
Secondo: sussiste un oggettivo limite normativo rappresentato dal fatto che, «mentre per i mezzi immatricolati per il trasporto pubblico locale si considera la percentuale del 50% sulla capienza massima (posti in piedi e a sedere), per quello privato, per la stessa tipologia di mezzi, si fa riferimento ai soli posti a sedere».
Ciò significa che un bus omologato per il trasporto pubblico con 50 posti a sedere può trasportare una trentina di viaggiatori, perché il 50% è calcolato sulla metà dei posti a sedere e su quella di una dozzina di posti in piedi. E si è nel pieno rispetto della legge. Su quelli privati, invece, la percentuale è secca: se i posti sono 50, in carrozza di passeggeri ne possono salire la metà. Non più di 25.
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