Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 09 Marzo 2017
Stranieri in classe, Valle sotto la media
Ma all’istituto Paesi Orobici sono il 39%
Il rapporto Orim: In Lombardia sono in costante aumento le scuole a maggioranza straniera. La dirigente Mollura: «La multiculturalità è una risorsa» - In fuga da via Vanoni però tanti italiani
In costante aumento le scuole a maggioranza straniera in Lombardia, dove hanno raggiunto quota 167, pari al 2,1 per cento degli istituti: sono Milano, Brescia e Bergamo, rispettivamente con il 39,8, 16,2 e 12,3% le prime tre province per numero assoluto di alunni stranieri, secondo i dati emersi dal rapporto Orim “L’immigrazione in Lombardia – 2016”, «su cui riflettere profondamente. La Regione sta già adottando politiche rivolte alle famiglie lombarde, come quella riguardante gli asili nido gratuiti, e proseguiremo convintamente in questa direzione» la sottolineatura dell’assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione Simona Bordonali. Unica provincia al di sotto del 10%, quella di Sondrio, fanalino di coda con il 6,5%, che equivale a circa 1.800 alunni non di lingua italiana, anche se il fenomeno, se lo si guarda da un altro punto di vista, nella città capoluogo esiste eccome. Basta analizzare i numeri dell’istituto comprensivo “Paesi Orobici” di Sondrio, in cui su 824 iscritti, 322, pari al 39,10% «provengono da famiglie straniere» tiene a puntualizzare la dirigente Maria Pia Mollura, che anticipa già un dato riferito al prossimo anno scolastico 2017-2018.
«Secondo le proiezioni e i numeri dei nuovi iscritti alla scuola dell’infanzia di via Vanoni ci saranno su un totale di 57 bimbi, 48 che provengono da famiglie non italiane. È improprio parlare di alunni stranieri, nel senso che la maggior parte di loro sono di seconda generazione. Ma per noi - rimarca la dirigente - la multiculturalità è e rimane una ricchezza e una risorsa, e devo rendere merito allo staff docenti di eccellenza del nostro istituto, dove tanto si è investito e si continua ad investire in inclusione ed alfabetizzazione, con massima cura e attenzione a qualsiasi bisogno, di ogni alunno, indipendentemente dalla nazionalità». Anche se non tutti la pensano così in città, visto che si sta registrando una “fuga” degli alunni italiani che risiedono in quella zona -, «soprattutto per quanto riguarda la scuola dell’infanzia» sostiene Mollura -, le cui famiglie preferiscono iscrivere i figli altrove, negli altri due istituti comprensivi di Sondrio.
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