Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 16 Luglio 2016
Strage a Nizza, il racconto dei valtellinesi
«Siamo dei miracolati. Questione di cinque minuti e non saremmo qui a raccontarla». Roberto Nazzari, imprenditore sociale lodigiano residente a Sondrio, era sulla Promenade des Anglais a Nizza poco prima che si scatenasse l’inferno
Erano diversi i valtellinesi presenti sulla Promenade des Anglais giovedì sera quando si è scatenato l’inferno. C’è chi è scappato trovando un rifugio in uno scantinato, chi ha sentito la gente fuggire e urlare “C’è un camion impazzito”, chi tira un sospiro di sollievo per essere passato da quelle parti un attimo prima.
Intanto anche gli esponenti del mondo islamico in valle giudicano quanto accaduto. «Soprattutto i centri culturali islamici devono essere in prima linea nell’affrontare questa guerra. I centri culturali, i nostri luoghi di preghiera. Perché – chiarisce Lo Cheikh Mbacke, sindacalista sondriese di Anolf, Associazione nazionale Oltre le frontiere – non si può dire che “la religione non c’entra”. Quando uno chiama in causa l’Islam per i propri crimini efferati, coinvolge l’Islam e si deve prendere una posizione senza avere paura. Per questo i centri culturali, le moschee hanno molto da lavorare». Moschee chiamate ad una “battaglia culturale”,
Altre testimonianze sull’edizione de La Provincia di Sondrio in edicola il 16 luglio
© RIPRODUZIONE RISERVATA