Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 08 Maggio 2017
Sondrio, storia e rinascita del Teatro Sociale ora si fanno sfogliare
Sabato in biblioteca la presentazione del libro curato da Giampaolo Rinaldi e Marzio Mazzetto. «Un’opera che andava svelata». «È un inno al bello»
“Il teatro è un diritto e un dovere per tutti. La città ha bisogno del teatro. Il teatro ha bisogno dei cittadini”: questa citazione di Paolo Grassi, pronunciata da Giampaolo Rinaldi, uno dei curatori dell’opera insieme a Marzio Mazzetto sintetizza al meglio il senso della pubblicazione del libro “Il Teatro Sociale di Sondrio. La rinascita: la storia, il progetto, il cantiere”.
Il libro è stato presentato ieri mattina alla biblioteca Pio Rajna di Villa Quadrio alla presenza proprio dei due curatori, del sindaco di Sondrio Alcide Molteni e dell’amministratore della casa editrice “Il prato publishing house” di Padova che ha curato la pubblicazione, Luca Paesato. Presenti il sala anche moltissimi degli autori, circa una ventina, che hanno dato il loro contributo, scrivendo i vari capitoli del libro, ciascuno dei quali tratta un preciso aspetto legato alla storia, alla ristrutturazione o all’attività del Teatro Sociale.
L’opera di Marzio Mazzetto e Giampaolo Rinaldi, infatti, è divisa in quattro sezioni: la prima riguarda la storia della struttura, analizzata anche sotto il profilo delle rappresentazioni teatrali andate in scena; la seconda è dedicata al progetto di recupero che, negli anni tra 2006 e 2010 si interseca in maniera molto stretta con le iniziative di recupero e riqualificazione delle principali piazze cittadine. In particolare, proprio in questa seconda sezione, sono da segnalare le pagine dedicate al progetto illuminotecnico, definito «molto innovativo» da Giampaolo Rinaldi e al progetto acustico curato dal tedesco Jürgen Reinhold, assoluta garanzia di qualità come testimonia il fatto che si è occupato dell’acustica anche di teatri prestigiosi come La Fenice di Venezia e il San Carlo di Napoli.
La terza parte del libro si occupa in maniera dettagliata dei lavori del cantiere che non hanno mancato di riservare sorprese a partire dal ritrovamento del teatro ottocentesco: «Varrebbe la pena venire a Sondrio - ha commentato Luca Paesato - anche solo per ammirare il teatro ottocentesco che è davvero incredibile». Si analizzano poi anche parti del Teatro Sociale che sono invisibili agli spettatori, ma che risultano fondamentali per il suo funzionamento e per portare sul palcoscenico le varie rappresentazioni: dalle reti impiantistiche e tecnologiche, fino alla macchina scenica, con i suoi settemila metri di corde. Visibilissime, invece, le poltrone, parte dell’arredo e che sono state realizzate appositamente per il Teatro Sociale di Sondrio. Anche nel libro, poi, così come in tutti gli anni di lavoro nel cantiere, un occhio di riguardo è stato riservato alla sicurezza: «E siamo contenti e orgogliosi - ha sottolineato Giampaolo Rinaldi - che in cinque anni, anche grazie a un pizzico di fortuna che non guasta mai, non c’è stato alcun infortunio».
La quarta e ultima sezione, infine, tratta della gestione attuale del Teatro Sociale con le prime due stagioni teatrali che hanno seguito la sua riapertura: «Non sempre - ha spiegato Marzio Mazzetto - troviamo un coinvolgimento come quello che abbiamo trovato a Sondrio per il Teatro Sociale. Inoltre dà soddisfazione il fatto che l’opera che abbiamo realizzato venga sfruttata e utilizzata a dovere e questa è anche una cosa rara».
«Quando si sceglie di fare il bello - ha spiegato il sindaco di Sondrio Alcide Molteni – non tutti sono d’accordo perché spesso il bello è identificato con il superfluo. Invece, una comunità si cementa proprio intorno alle cose che hanno un’anima e sono belle. L’impegno di tutti nel restauro di un importante patrimonio cittadino sta dando peraltro risultati che vanno ben oltre le aspettative per quanto riguarda le prime due stagioni teatrali».
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