Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 12 Marzo 2019
Sondrio, spray urticante durante intervallo: 8 ragazze intossicate, 3 in ospedale
Ieri mattina al Pfp, una giovane studentessa ha mostrato la bomboletta alle compagne. Sul posto due ambulanze e i carabinieri: tre ragazzine sono state medicate e subito dimesse.
Tre ragazze in ospedale con una prognosi di pochi giorni e altre cinque leggermente intossicate. Poteva avere ben altre conseguenze l’episodio che si è verificato ieri mattina al “Polo di formazione professionale Valtellina” con sede a Sondrio, in via Besta tre. Durante l’intervallo, poco prima delle 11, una ragazzina che frequenta il corso per estetista, ha mostrato alle compagne la bomboletta spray estratta dallo zaino. Non è dato sapere cosa sia successo. La direzione scolastica sostiene che la bomboletta sia scivolata dalle mani e mentre le allieve la raccoglievano da terra avrebbe iniziato a spruzzare la sostanza urticante. Versione poco credibile, anche per i carabinieri di Sondrio che - intervenuti a scuola per capire cosa fosse realmente successo - ritengono in ogni caso si sia trattato di un gesto accidentale.
Otto ragazze, tutte tra i 14 e i 19 anni, avrebbero accusato irritazione alla gola e agli occhi. La direzione scolastica non ha esitato a richiedere i soccorsi che prontamente hanno inviato sul posto due ambulanze. Tre le giovani - dicevamo - finite in ospedale: due di loro sono state affidate al reparto di pediatria e dimesse poche ore dopo il loro ingresso, una terza è stata trattata invece in pronto soccorso dove è giunta in preda ad una crisi di panico.
I carabinieri hanno ascoltato alcuni insegnanti e le compagne delle ragazze colpite dalla sostanza urticante. Poi, prima di andarsene, hanno sequestrato la bomboletta spray”incriminata”. A metterla nella cartella della giovane pare sia stata la madre, preoccupata dal fatto che la figlia rientri sempre tardi da scuola. Sapendola in giro, con il buio, ha pensato fosse più al sicuro con la bomboletta al seguito.
Non è purtroppo la prima volta che ragazzini spruzzano la sostanza urticante in classe, nei corridoi, nei locali pubblici e - quel che è peggio - durante manifestazioni. La tragedia di Corinaldo, nel dicembre scorso, con i sei morti in discoteca, in provincia di Ancona, è ancora una ferita aperta nel nostro Paese. Non è un caso che in molti chiedano a gran voce l’inasprimento delle pene per chi vende queste bombolette a giovani di età inferiore ai 16 anni. In questo caso, però, ad acquistare lo strumento di autodifesa è stato un genitore, non un ragazzino, che non avrebbe comunque dovuto portarlo in classe e tantomeno mostrarlo alle compagne. Subito avvisato di quanto avvenuto, Evaristo Pini, responsabile del Pfp, si è recato a scuola ed ha seguito tutte le fasi: dal soccorso alle sommarie informazioni acquisite dai carabinieri.
L’episodio ha creato un certo trambusto non solo a scuola, poichè in poche ore è rimbalzato sulla cronaca nazionale facendo di Sondrio l’ennesima”vittima” dello spray al peperoncino. Quanto avvenuto è di certo grave, ma non è una tragedia.
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