Sondrio, nuovo presidio contro il disegno di legge Sicurezza

Sondrio

Un presidio pacifico ma determinato ha animato il pomeriggio di martedì davanti alla Prefettura di Sondrio. A mobilitarsi sono stati numerosi cittadini e rappresentanti di partiti e associazioni del territorio, scesi in piazza per contestare il disegno di legge sicurezza promosso dal Governo Meloni.

La manifestazione, promossa da Sinistra italiana e Rifondazione comunista, ha visto l’adesione di una vasta rete di realtà locali, tra cui Anpi, ArciLecco Sondrio, Federconsumatori Sondrio Aps, Assopace Palestina Valtellina, la Cooperativa AltraVia, Sunia Sondrio, Valtellina Arcobaleno, l’associazione Archivio68 e Punto Pace Morbegno.

I partecipanti hanno denunciato con forza le disposizioni contenute nel DDL, ritenute da molti una stretta pericolosa sui diritti civili e in particolare sul diritto alla protesta. Tra gli aspetti più contestati, l’introduzione del reato di “resistenza passiva”, considerata una misura repressiva che potrebbe colpire anche le manifestazioni pacifiche, e l’inasprimento delle pene per chi partecipa a iniziative di disobbedienza civile.

«La libertà di manifestare è un pilastro della democrazia. Questo disegno di legge rischia di criminalizzare forme di protesta legittime e non violente» ha dichiarato Nicolò Leoncelli, segretario provinciale di Sinistra Italiana Sondrio, tra i promotori dell’iniziativa.

Durante il presidio, i manifestanti hanno esposto cartelli, distribuito volantini informativi e letto pubblicamente una dichiarazione congiunta in cui si chiede il ritiro immediato del provvedimento e l’apertura di un confronto parlamentare più ampio e trasparente.

Il presidio di Sondrio si inserisce in un quadro di mobilitazioni nazionali che, nelle ultime settimane, stanno coinvolgendo diverse città italiane. La protesta, sostengono i promotori, continuerà fino a quando il disegno di legge non sarà ritirato o profondamente modificato.

«Non possiamo restare in silenzio di fronte a un provvedimento che rischia di comprimere la partecipazione democratica. È nostro dovere difendere i diritti conquistati con fatica nel corso della storia repubblicana» hanno concluso i manifestanti, promettendo nuove iniziative nei prossimi giorni.

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