
Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 25 Aprile 2025
Sondrio: lezioni saltate per assenteismo, i precari si difendono
Sondrio
Continua a far discutere il caso del De Simoni-Quadrio di Sondrio, istituto d’istruzione superiore in cui, a causa dell’assenteismo di oltre una decina di insegnanti, i vertici hanno sospeso l’attività didattica in quattro classi nel lungo ponte tra la fine della vacanze pasquali ed il 25 aprile. A manifestare perplessità e a chiedere spiegazioni, sollevando per primi la questione, senza intento polemico, ma per portarla all’attenzione dell’opinione pubblica, sono stati su queste colonne mercoledì alcuni genitori.
Dopodiché, ieri, sono intervenuti i sindacati, la Cisl Scuola di Sondrio e il segretario generale Dario Caelli, che parlato di «deficit organizzativo». Ora ad avanzare riflessioni sono alcuni docenti. Prof precari, che insegnano nelle scuole del nostro territorio, ma che sono residenti altrove (in altre regioni italiane): difendono il loro operato, facendo sentire la loro voce ed evidenziando la serietà con cui lavorano.
«Sono un’insegnante precaria del sud Italia e da alcuni anni insegno in un comprensivo in provincia di Sondrio, dove mi trovo bene» premette una prof che ha scelto di intervenire dopo le dichiarazioni del dirigente del De Simoni-Quadrio, Gianmaria Toffi, in risposta alla “denuncia” dell’accaduto da parte di alcune famiglie, per inquadrare lo scenario entro cui è stato preso il provvedimento. Ovvero la sospensione dell’attività didattica, per la precisione il 23 aprile per quinta A Afm (Amministrazione, finanza e marketing, ex ragioneria), giovedì 24 aprile per la prima A Afm e oggi, sabato 26 aprile per due classi, la quarta A Grafica e comunicazione e la quinta A articolata (Cat e Grafica). Il preside aveva detto che, «prevedere ci fossero assenze era facile con un ponte così lungo, per lo più in istituti con una certa percentuale di personale scolastico (docente e non) con incarichi temporanei e residenza fuori regione: è ampiamente prevedibile, che ci siano situazioni di assenze importanti, quando il contratto di lavoro lo permette», senza voler stigmatizzare le scelte, legittime, di nessuno. «Siamo caduti nei soliti stigmi. Di questo me ne dispiaccio molto - incalza la prof, che è di origini campane -: noi che, essendo un’istituzione educativa, in primis dovremmo sfatare i luoghi comuni, che sono humus adatti alle prevaricazioni di ogni genere» rimarca con forza. Pare, inoltre - le voci in questi giorni si sono ricorse nei corridoi degli istituti -, che larga parte dei prof assenti, per motivi legittimi e in linea con il contratto di lavoro, risiedano in provincia o addirittura in città.
«Sono nato nel Centro Italia - dice un altro docente precario che ha chiesto di intervenire -, lavoro da un paio d’anni in una scuola valtellinese, dove sono stato accolto. Sono rientrato al lavoro, dopo aver fatto visita nelle vacanze pasquali alla mia famiglia. E come me tanti altri» con ore di viaggio tra andata e ritorno e relativi costi. «Fare di ogni erba un fascio credo non sia corretto. Altrettanto ricorrere a luoghi comuni, quando, come peraltro evidenziato dal sindacato, c’erano altre soluzioni da mettere in campo ed organizzarsi per tempo, per evitare la sospensione del servizio».
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