Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 14 Luglio 2016
Sondrio e Lecco a binario unico
«Qui le linee più sicure»
Il manager di Rete ferroviaria italiana. «Il sistema elettronico blocca il treno automaticamente».
Le linee Milano-Lecco-Sondrio, quella che da Lecco va a Molteno e poi a Monza fino a Porta Garibaldi (il Besanino), e persino la vecchia linea che porta a Como San Giovanni, sono sicure.
Parola di Rosa Frignola, direttore commerciale Nord di Rfi, Rete ferroviaria italiana. Stiamo parlando di linee per molti chilometri a binario unico: ben 40 chilometri tra Milano e Lecco via Molteno. Altri 100 chilometri tra Lecco e Tirano. E la Lecco-Bergamo comporta altri 25 chilometri a binario unico. Unico come quello che è stato teatro della tragedia pugliese.
Ma l’ingegner Frignola non ha dubbi: il fatto che la linea sia a binario unico non dà alcun problema di sicurezza. E spiega: «La differenza è solo la capacità di transito che si può avere su una linea a binario unico o doppio, triplo, e via dicendo. La sicurezza è identica. Ecco perché posso affermare che incidenti come quello successo in Puglia, non possono succedere sulla linea Milano-Lecco-Sondrio. E neanche sulle altre linee che passano da Lecco».
Insomma, il binario unico è sicuro nella stessa misura di tutti gli altri. «I dispositivi che garantiscono la sicurezza – spiega Frignola - sono presenti su tutta la rete ferroviaria e sono identici sia sul binario unico che su quello doppio: la differenza è solamente su quanti treni possiamo far passare su una linea a binario unico e quanti su una a binario doppio. È una capacità di tipo commerciale, ma il binario unico con la sicurezza non c’entra nulla. Non dà problemi».
Il direttore commerciale Nord di Rfi spiega che su tutte le linee nazionali (17mila chilometri) è stato montato il Scmt: Sistema controllo marcia treno. «Un sistema che, di fatto, protegge il treno sempre, in ogni istante della sua corsa. È costituito da due parti. Una parte delle apparecchiature sono montate sul binario e l’altra è montata sui treni. Si interfacciano sempre tra di loro queste due parti, suggerendo al macchinista le linee di guida da tenere. Se non le rispetta, il treno viene frenato in maniera completamente automatica. Agiamo nel pieno rispetto del quadro normativo nazionale, secondo i dettami dell’Agenzia nazionale sicurezza ferroviaria, su tutta la nostra rete ferroviaria».
La tratta, invece, oggetto dell’incidente pugliese non è di Rfi, ma di un gestore privato. E Rfi non sa dire, e non spetta a lei dirlo, se c’era o meno il Scmt. Ovvero il sistema di sicurezza che non consentirebbe incidenti del genere. «L’Scmt – aggiunge il direttore commerciale - funziona sia sulle linee elettrificate che su quelle a trazione termica (i treni diesel, n.d.r.). Non è legato al tipo di trazione, insomma. In termini di sicurezza, ripeto, non ci sono problemi».
Quella che può migliorare è la fluidità del trasporto: «In questo senso - conclude Frignola - Rfi ha siglato con Regione Lombardia, il 19 gennaio scorso, un protocollo in cui venivano finanziati interventi di potenziamento che vanno a incrementare la capacità della linea fluidificando la circolazione dei treni. A Morbegno è già stato fatto un intervento, e presto verrà fatto in altre due stazioni: Bellano e Ponte in Valtellina. Praticamente in queste stazioni vengono velocizzati gli itinerari di ingresso nelle stazioni di incrocio».
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