Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 02 Dicembre 2015
Sondrio, l’addio a Piero Melazzini davanti alla “sua” banca
Al termine della funzione il corteo ha imboccato corso Italia, per poi arrivare in piazza Garibaldi, affacciandosi così sull’edificio che ospita la sede centrale dell’istituto.
Si sono celebrati oggi pomeriggio nella Collegiata di Sondrio i funerali di Piero Melazzini, storico numero uno della Bps, presidente per oltre vent’anni e presidente onorario dall’aprile dell’anno scorso. Al termine della funzione il corteo ha imboccato corso Italia, per poi arrivare in piazza Garibaldi, affacciandosi così sull’edificio che ospita la sede centrale della banca e al quale Piero Melazzini ha regalato una vista che va ben oltre i confini della provincia. Grande la commozione che si respirava tra i presenti, in particolare i dipendenti che sono usciti dall’istituto di credito per dare l’ultimo saluto a “il” Presidente. Al termine delle parole pronunciate dal consigliere delegato Mario Alberto Pedranzini, è scoppiato un lungo applauso.
I parenti hanno chiesto per le esequie di preferire le “opere di bene” ai fiori, rispettando, nella sostanza, la sobrietà formale e la generosità d’animo del proprio congiunto. Perché lui era così: donava tanto a chi ne aveva bisogno, ma sempre rigorosamente senza dirlo, senza farlo sapere a nessuno. Un segreto - perché tale Piero Melazzini voleva che fosse - lo ha svelato l’altro ieri il sindaco Alcide Molteni: era il presidente della Banca Popolare l’anonimo benefattore che, ogni Natale, consegnava al primo cittadino un assegno di diverse migliaia di euro da spendere «per gli scopi che avrei ritenuto più opportuni, avendo fiducia e rispetto delle mie decisioni, della mia gestione. Sapendo che entrambi avremmo comunque avuto un occhio di riguardo per le situazioni più critiche».
Coltivava poi l’arte del saper donare anche una semplice parola, prendendosi la briga di scrivere di proprio pugno qualche riga da indirizzare a chiunque ne avesse colpito la sensibilità.
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