Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 27 Gennaio 2025
Sondrio, Giornata della Memoria: «Ricordare e passare il testimone ai giovani perché l’orrore non debba ripetersi proprio ora che la guerra è intorno a noi»
«Ricordare e passare il testimone ai giovani perché facciano memoria, perché l’orrore di cui è stato capace l’uomo non debba ripetersi proprio ora che la guerra è intorno a noi». Un appello accorato quello lanciato lunedì mattina al Parco della Rimembranza di Sondrio dalle autorità civili con in testa il prefetto Anna Pavone, il sindaco Marco Scaramellini e l’assessore all’Istruzione e Cultura Marcella Fratta in occasione delle celebrazioni della Giornata della Memoria che quest’anno, se possibile, assume un significato ancora più profondo perché ricorre l’ottantesimo anniversario della liberazione di Auschwitz-Birkenau e perché la guerra è tornata.
Era la mattina del 27 gennaio del 1945 quando l’Armata rossa varcò il cancello del lager trovandovi l’orrore insieme ad ancora circa settemila uomini detenuti. La storia insegna che oltre un milione di deportati vi trovò la morte, un sesto degli ebrei che si stima siano stati complessivamente sterminati.
Al Parco della Rimembranza sotto un cielo grigio e plumbeo, accompagnati dalla pioggia autorità civili e militari, associazioni, studenti – i grandi delle superiori e piccoli della primaria – e anche tante persone “normali” insieme ai familiari di Virginia Montalcini e Irma Lattes, vittime dell’Olocausto, i cui nomi sono incisi sul muro della Shoah sondriese perché deportate dalla Valtellina, hanno reso onore ai caduti, ma soprattutto hanno lanciato un monito perché la memoria non vada persa e perché l’umanità non si macchi più di quegli orrori.
«Oggi ricordiamo un evento terrificante della nostra storia, della storia dell’umanità – ha detto il prefetto Pavone -, il 27 gennaio 1945 l’esercito russo entrò ad Auschwitz spalancando le porte dell’orrore. In quel luogo abbiamo scoperto di cosa è capace l’uomo. È difficile celebrare questa tragedia dell’umanità in questo momento storico perché intorno a noi abbiamo di nuovo le guerre. Avevamo detto “mai più” e invece è successo di nuovo. E proprio per questo, in questo momento dobbiamo ancora più fortemente ricordare e avere memoria di quello che è stato. I ragazzi che sono qui e tutti gli altri devono capire che sono il nostro futuro e che devono portare avanti questa memoria. L’attualità ci mostra immagini terrificanti della guerra che pensavamo di aver archiviato in un libro di storia. Siamo qui per dire che non deve più succedere».
Anche il sindaco Scaramellini ha insistito sulla necessità di ricordare sottolineando la «fondamentale presenza dei giovani che devono impegnarsi perché certi orrori non si ripetano più».
Perché «la vergogna che i tedeschi non conobbero» come scrisse Primo Levi nella pagina letta dall’assessore Fratta non debba tornare. «La Giornata della memoria è stata istituita in Italia il 20 luglio del 2000 - ha ricordato l’assessore - e ogni hanno è incentrata su un tema in particolare, in questo 2025 sono stati scelti dignità e diritti umani anche per l’attualità che viviamo. Il ricordo dell’Olocausto deve aiutarci a ricordare cosa accade quando odio, disumanizzazione e apatia vincono».
Insieme ai familiari di Virginia Montalcini e Irma Lattes, appositamente arrivati dal Piemonte, presenti anche quelli di Ferruccio Scala cui si deve il memoriale sulla Shoah e i tanti studi ad esso legati, e i ragazzi che hanno letto alcuni brani tratti dal diario di Anna Frank, ma non soltanto, e i bambini della primaria Sondrio centro che hanno emozionato tutti con i loro pensieri profondi «sulle ombre di un tempo lontano» ma sempre presente.
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