Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 31 Ottobre 2021
Sondrio Festival
La storia di Andrea
per non cedere mai
Un esempio Lanfri ha avuto la meningite a 29 anni
Nonostante le amputazioni scala ed è campione di corsa
L’emozione di tutti per il ritorno a teatro: «Ci mancava»
Al Teatro Sociale, due anni dopo. Sondrio Festival è rientrato venerdì nella sua sede naturale, ripristinate le condizioni di sicurezza per il pubblico, con greenpass e mascherina.
Ben 250 prenotazioni
Duecentocinquanta prenotazioni sono un segno importante di interesse per il ritorno di una manifestazione in realtà mai sospesa, prima con l’edizione virtuale nell’autunno 2020 e poi con la riproposta nell’estate scorsa in piazza Garibaldi dei documentari che si erano potuti vedere solo via web. Lo ha sottolineato il sindaco di Sondrio, Marco Scaramellini, nel fare gli onori di casa: «È bello tornare in questa sala dopo due anni, anche se lo streaming ha portato il festival in tutto il mondo, facendoci ancora più conoscere e torneremo a utilizzarlo alla conclusione della rassegna. Comunque, essere qui è davvero un’altra cosa».
Soddisfazione anche per Marcella Fratta, assessore alla cultura e presidente di Assomidop, ente organizzatore. «Trentacinque edizioni sono un traguardo importante e siamo felici di esserci arrivati, continuando a parlare di ambiente attraverso i documentari, gli eventi e gli incontri nelle scuole. Sono già numerose le iscrizioni ai laboratori e con la formula Family Festival, il sabato e la domenica apriamo la piazza alle famiglie che vogliono imparare divertendosi».,
Il team diretto da Simona Nava ha lavorato per restituire a Sondrio Festival la dimensione di condivisione di cui abbiamo avuto un assaggio quest’estate in piazza e preparato a dovere il rientro.
Il primo ospite è stato «un uomo che non sa cosa vuol dire arrendersi». Così la presentatrice Gigliola Amonini ha introdotto il lucchese Andrea Lanfri, persona davvero speciale anche nella sua semplicità. Una meningite a 29 anni (adesso ne ha 35) lo ha privato delle gambe e di sette dita delle mani, ma non gli ha impedito di tornare ad essere quello di prima. «Anzi, faccio ancora più cose», ha raccontato sorridente all’intervistatore Luca Calvi che lo ha definito atleta completo, capace di affrontare sfide difficili anche per persone normodotate.
La malattia colpisce Lanfri come un fulmine a ciel sereno. Ricoverato in ospedale, si sveglia dopo due mesi e subisce una serie di amputazioni. «Non ho mai considerato quel periodo terribile come una fine, ero sicuro che sarei tornato a fare quello che facevo prima».
Record mondiali
Anzi, di più. Andrea aveva cominciato con la montagna e riparte con l’atletica, con le protesi acquistate grazie ad una raccolta fondi. Diventa recordman su pista, nei 100, 200 e 400, vicecampione del mondo nella 4x100 a Londra 2017, bronzo europeo nei 200 a Berlino 2018. Ma la montagna gli è rimasta nel sangue e così ricomincia a scalare. Poi nasce il progetto “da zero a zero” che unisce corsa, bici e montagna. Partenza a livello del mare, salita in bici e poi in vetta, ritorno a quota zero. Così sale sull’Etna, il Gran Sasso, il Monte Rosa. Un’ impresa durissima, non certo per tutti.
Prossima sfida? «A marzo l’Everest, in stile classico. Un’impresa che ho in mente da tempo anche se il bello non è raggiungere la vetta, ma inizia quando stai ancora pianificando». Colpisce il fatto che Andrea consideri l’attività sportiva come contemplazione della bellezza, al di là del risultato. Un bel messaggio che lancia questo atleta, applaudito a lungo e un filo emozionato. «Comunque vada, si può sempre ripartire».
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