Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 16 Maggio 2018
Sondrio, era incapace di intendere
Bordoni verso l’assoluzione
Per i periti non era in sé quando piombò sui mercatini. Ritenuto socialmente pericoloso, dovrà essere affidato a una struttura.
Quando Michele Bordoni, nel dicembre scorso, piombò sui mercatini di Natale, in piazza Garibaldi a Sondrio, a bordo della sua Toyota Yaris, ferendo tre persone, non era in sè. Era incapace di intendere e di volere. Lo ha confermato ieri mattina il perito del Tribunale e lo hanno ribadito quelli nominati dall’accusa e dalla difesa davanti al giudice Carlo Camnasio.
Per una volta tanto, quindi, gli esperti sono giunti alla medesima conclusione: il 27 enne di Poggiridenti non ha agito in modo consapevole, ma - anzi - non sapeva proprio quello che stava facendo. Se questa conclusione non può che far ben sperare la difesa del giovane sotto il profilo dell’esito processuale (se il giudice dovesse sposare la tesi del perito dovrebbe assolvere il Bordoni perchè incapace di intendere e volere al momento del fatto), dall’altro potrebbe danneggiare il percorso di recupero che il Bordoni ha avviato in carcere.
Eh sì perchè Bordoni è anche stato ritenuto socialmente pericoloso e pertanto la Procura ha chiesto per lui l’applicazione di una misura di sicurezza in via provvisoria presso una struttura preposta. Per la difesa Bordoni dovrebbe essere affidato ad una comunità di recupero ad alta protezione, per l’accusa invece, l’infermità mentale impone di doverlo affidare ad una Rems, ovvero ad una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (che altro non è che quello che fino a poco tempo fa si chiamava ospedale psichiatrico).
Solo oggi il giudice scioglierà la riserva e comunicherà la sua decisione, in attesa che la Procura chieda che venga fissata l’udienza preliminare. Sarà in quella sede che il Tribunale dovrà pronunciare una sentenza di merito sull’incapacità di intendere e volere e di conseguenza decidere la misura di sicurezza in via definitiva.
In aula ieri Bordoni non si è presentato. È rimasto in carcere a Sondrio dove il suo avvocato - Francesco Romualdi - è riuscito a farlo trasferire dopo le diverse aggressioni che il giovane ha subito nella struttura di Monza, dove era ospitato con altri carcerati malati di mente.
C’erano invece gli avvocati di alcune delle persone coinvolte in quell’incidente che solo per una soffio non sfociò in una tragedia (gli viene contestato il reato di strage e di lesioni) e che sulle prime fece pensare ad un attacco terroristico. Ma Bordoni non era e non è mai stato un seguace dell’Isis. Certo, era strafatto di canne, come lui stesso ha ammesso dopo l’arresto, ma non è per la droga che i medici hanno evidenziato un vizio di mente. Il problema a quanto pare è strettamente legato ad un quadro clinico che va trattato con tanto di terapie farmacologiche e non solo sedute psichiatriche.
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