Sondrio: la dura vita di un disabile alla Piastra, tra erba alta e barriere architettoniche

Ha fatto per uscire dalla palazzina Aler di via Maffei 80, a Sondrio, dove vive da 35 anni, Mario Bilotta, 62enne, disabile in carrozzella, ma ce l’ha fatta solo dopo essere andato a prendere delle forbici ed essersi messo a tagliare lui stesso le erbacce che invadevano lo stretto passaggio provvisorio.

«Ho chiamato il numero di emergenza Aler, l’unico al quale si trova sempre qualcuno che risponda – dice Mario Bilotta –, perché per il resto è buio totale, ma mi hanno detto che non si trattava affatto di un’emergenza. Ergo, ho dovuto arrangiarmi. Sono andato in casa a prendere delle forbici ed ho tagliato l’erba come ho potuto, in modo da poter passare con la carrozzella. Però, stavolta, non ho permesso che la cosa passasse in cavalleria, perché non lo trovo giusto.

Allora ho chiamato i giornalisti di Unica tv perché venissero a documentare la situazione, non solo quella relativa allo stato in cui si trova il passaggio provvisorio che hanno realizzato per me a lavori di ristrutturazione in corso, ma anche a prendere visione delle altre barriere architettoniche. Vivo qui da anni, ma è negli ultimi 11 che mi sono ammalato di Sla, una patologia progressiva che mi ha costretto sulla sedia a rotelle e, per quanto sia del tutto autonomo in casa, al momento, chiedo quelle attenzioni necessarie per poter uscire e muovermi in autonomia anche intorno a casa. E’ troppo? Voglio che anche fuori Sondrio, grazie alla tv e ai giornali si sappia di questa situazione».

Erbacce a parte, infatti, Mario Bilotta ci ha mostrato le traversie che deve compiere per arrivare all’ascensore e, soprattutto, quanto sia angusto il vano del medesimo. Tant’è che abbiamo persino faticato a capire come faccia ad entrarci ed a posizionarvisi in modo adeguato. Manovre al centimetro, per poter andare su e giù dal proprio appartamento.

«Il vano ascensore è stretto, si sa, non è una novità qui nelle palazzine Aler – dice Bilotta -, però io ho chiesto una cosa sola, cioè di tagliare la parte bassa dello specchio che è presente nell’ascensore in modo da evitare che vi possa sbattere contro e danneggiarlo o farmi male a mia volta e, soprattutto, in modo da avere qualche centimetro in più per girarmi all’interno del vano».

In effetti, l’effetto che fa Bilotta dentro l’ascensore di via Maffei 80, con licenza parlando, è quello delle sardine in scatola, pigiate le une alle altre in modo da stare tutte dentro la confezione, e francamente, non siamo neppure riusciti a realizzare fino in fondo come abbia fatto ad entrare nel vano ed a mettersi di traverso. Sarà l’abitudine nel compiere la manovra che gliela rende famigliare, ma è pur sempre un qualcosa che grida sufficientemente vendetta.

E, da ultimo, c’è il gradino killer. Una piccola sporgenza in cemento che occorre superare per poter entrare nella torre provenendo dalla passatoia realizzata per il disabile.

«Con la carrozzina elettrica posso superarlo agevolmente, non così, invece, con quella manuale su cui mi trovo ora – ci ha detto Bilotta – con la quale mi devo sforzare e spingere in avanti con tutto il corpo per superare il gradino».

Dopodiché, Bilotta, è talmente abituato a tutto che anche superare il gradino killer non gli è impossibile, ma questo non significa che la situazione, così com’è, sia adeguata.

Una cosa è certa, comunque, ed è che dall’emergenza Aler assicurano un pronto intervento rispetto alla pulizia del verde attorno alla passerella provvisoria per disabili.

«Abbiamo già avvertito la manutenzione per cui interverranno a breve», ci hanno assicurato.

Sondrio, le difficoltà di un disabile che vive alla Piastra. Video di Elisabetta Del Curto

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