Sondrio: dibattito aperto sulla piazzola di via Ventina

Nuova isola ecologica di via Ventina? Meglio del degrado e dei rifiuti abbandonati tra l’erba alta e a ridosso della ferrovia. Non sono tutti contrari al progetto dell’amministrazione comunale gli abitanti della zona dove è previsto che sorga il centro di raccolta rifiuti moderno e funzionale per il cui progetto palazzo pretorio ha ottenuto un milione di euro dei fondi del Pnrr e, a copertura del totale richiesto che ammonta a 1,6 milioni di euro, anche quelli dell’Accordo quadro di sviluppo territoriale (Aqst).

«Sono vent’anni che l’area individuata per il centro di raccolta è abbandonata - fanno presente alcuni residenti dei condomini all’inizio di via Ventina - ed è diventata una sorta di discarica a cielo aperto, così come quella più avanti coperta dalla vegetazione lungo la massicciata della ferrovia. Siamo circondati da rifiuti, solo che non li vediamo e dunque nessuno dice niente».

Il nuovo centro di raccolta invece garantisce non solo la pulizia dell’area, ma anche il controllo e la vigilanza. Sull’iniziativa del Comune era stato un gruppo di cittadini della zona a storcere il naso per la scelta dell’ubicazione attraverso il Notiziario della Piastra che aveva ospitato in prima pagina i dubbi dei residenti e tenuto a battesimo la nascita del comitato cittadino spontaneo “No al centro rifiuti in via Ventina” costituitosi per sensibilizzare sulle eventuali conseguenze del progetto a carico dei residenti della zona e di tutti coloro che frequentano l’area del Parco Adda Mallero.

Progettata dalla società BLU Progetti per sostituire l’attuale centro comunale di raccolta rifiuti di via Samaden, ormai inadeguato alle esigenze della raccolta, la nuova isola ecologica sorgerà in via Ventina in un’area di 7mila metri quadrati che confina con lo stabilimento di prodotti petroliferi Colsam e il deposito dei camion e con la strada avendo di fronte il deposito di bibite e un’abitazione residenziale e nelle vicinanze, appunto, il parco Bartesaghi.

«A circa 170 metri dal confine dell’area – aveva fatto presente il Comitato - ci sono abitazioni residenziali come il condominio Parco del Mallero, e poco più distanti ma in linea d’aria le residenze di viale dello Stadio e del quartiere La Piastra».

Alcuni residenti di via Ventina havevano sollevato timori sulla vicinanza con l’azienda di prodotti petroliferi, preoccupati per la possibilità dello scoppio di incendi anche in relazione ad altri casi. Qui però si parla di una struttura in cui il materiale depositato non dovrebbe sostare a lungo e soprattutto di un impianto moderno, strutturato con una rampa sopraelevata rispetto ai container dove potranno andare le auto per conferire il materiale e il controllo con un sistema di videosorveglianza e un servizio di guardiania.

«Una piazzola strutturata e realizzata secondo i criteri di sostenibilità» aveva spiegato l’assessore Carlo Mazza illustrando l’iniziativa. Secondo il comitato però «localizzare un centro raccolta rifiuti al confine di un’azienda di depositi di materiali petroliferi, nelle immediate vicinanze di una zona residenziale e di un’area verde solleva perplessità». Tanto da aver chiesto ed ottenuto un incontro con i referenti del progetto per avere le informazioni e la cronologia dell’iter autorizzativo dell’iniziativa su cui però non tutti gli abitanti sono in disaccordo.

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