
Sondrio
Sondrio ha celebrato il 25 aprile, anniversario della Liberazione, con una cerimonia sobria e partecipata, nel rispetto del lutto nazionale per la scomparsa di Papa Francesco. Le commemorazioni sono iniziate con una messa in memoria dei partigiani caduti, seguita da un corteo che ha attreversato le vie del centro, partendo da piazza Campello, ed è arrivato al Parco delle Rimembranze, dove si sono tenuti I discorsi ufficiali. Dopo la lettura del discorso del presidente della Repubblica, spazio agli interventi del sindaco di Sondrio,, del presidente della Provincia e del presidente dell’Anpi.
«Celebriamo oggi la Liberazione: una festa di tutti, che segna ottant’anni di libertà e democrazia – ha detto Marco Scaramellini -. Un anniversario che l’attualità ci impone di onorare con partecipazione e consapevolezza, riflettendo sul significato profondo della Liberazione. Il 25 aprile è il giorno in cui celebriamo il valore del ricordo, come ci insegnano i nostri anziani. Tornare con la mente al passato non è un esercizio nostalgico, ma un modo per rivivere momenti che hanno segnato in modo indelebile la nostra storia. Analizzare e comprendere quei fatti ci aiuta a orientarci in un presente colmo di incertezze, come mai era accaduto negli ultimi anni. Una guerra alle porte dell’Europa che non accenna a finire, un dialogo internazionale che stenta a ripartire, contrapposizioni economiche e commerciali con conseguenze imprevedibili: tutto questo mina la nostra serenità. Ed è l’opposto di ciò che ci hanno trasmesso coloro che combatterono fino al sacrificio estremo per la libertà».
« Il 25 aprile 1945 rappresenta una data simbolo di riscatto, di coraggio e di speranza - ha detto il presidente di Anpi, Sergio Spolini -. Fu il giorno in cui l’Italia, dopo vent’anni di dittatura, guerre e sofferenze, lutti e miserie ritrovò la sua libertà. Proprio a Sondrio, il 9 maggio 1945, sfilarono in piazza Garibaldi tutte le formazioni partigiane provinciali che furono i soli artefici della Liberazione della nostra provincia. Fu un tripudio di gioia da parte della popolazione che celebrava la riconquistata libertà e grati alle patriote partigiane e partigiani che con la loro lotta avevano ridato all’Italia la propria dignità e il proprio onore perduti nei 20 anni di regime fascista che, con le leggi razziste e con le sue guerre di invasione si rese responsabile di fronte alla storia della morte di 450.000 italiani e di oltre un milione di persone delle nazioni invase. Oggi, a 80 anni di distanza, è nostro dovere rivendicare e difendere con forza i valori e gli ideali della Resistenza. Solo attraverso una memoria critica e consapevole possiamo costruire un futuro in cui la pace, libertà, la giustizia sociale e la democrazia siano conquiste irreversibili. Ricordiamolo, la democrazia, che è partecipazione, ascolto, confronto e rispetto dell’altro, o è antifascista o non è. Viva la Resistenza, viva la Costituzione, viva la libertà, viva l’Italia antifascista, viva l’Europa federale!».
© RIPRODUZIONE RISERVATA