Sondrio celebra il Giorno del ricordo

Una cerimonia semplice ma molto sentita quella che si è svolta al Parco della Rimembranza, con la deposizione di una corona di alloro sotto la targa affissa nel 2019 sul muro che delimita il lato nord dell’area verde. Le iniziative proseguiranno sabato con una mostra

Sondrio

«Nonostante quello che hanno passato, gli esuli non ci hanno insegnato l’odio, non ci hanno insegnato il rancore, ma ci hanno insegnato a vivere nella nostra comunità. E noi adesso, per loro, dobbiamo ricordare quei terribili fatti, perché solo così possiamo fare in modo che non si ripetano». Piergiacomo Giuppani, figlio di un esule della città di Zara, con le sue parole e la voce tremante, rotta dall’emozione, questa mattina ha portato il racconto di papà Pietro alle celebrazioni promosse dal Comune di Sondrio con l’Unione istriani in occasione del Giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe, degli esuli fiumani, istriani e dalmati.

Una cerimonia semplice ma molto sentita quella che si è svolta al Parco della Rimembranza, con la deposizione di una corona di alloro sotto la targa affissa nel 2019 sul muro che delimita il lato nord dell’area verde. «Mio padre non è mai più voluto tornare a Zara dopo i bombardamenti che l’hanno distrutta – ha raccontato Giuppani – perché ha voluto conservare il ricordo che aveva della sua città. Io sono andato a visitarla, invece, ma l’accoglienza non è stata, purtroppo, delle migliori. Quello, però, che voglio sottolineare è come mio padre abbia sempre sofferto in silenzio la lontananza dalla sua patria, anzi, dalla sua città, perché la patria era sempre stata l’Italia. E con questa sofferenza silente noi abbiamo sempre vissuto serenamente, senza odio nei confronti di chi ha occupato dei territori che erano italiani a tutti gli effetti. La famiglia di mio padre era dalmata sia per parte paterna che per parte materna, una parte di Zara e l’altra di Spalato. Però noi oggi non abbiamo più nessuno in quei territori, nemmeno alcun bene o una tomba».

A rappresentare il Comune di Sondrio, oltre al sindaco Marco Scaramellini, l’assessore Simone Del Marco. «L’Amministrazione tiene molto a questa ricorrenza – ha spiegato – perché è fondamentale ricordare quei fatti, il massacro delle foibe e l’esilio di tanti nostri connazionali. E, soprattutto, farli conoscere ai giovani, per questo la presenza oggi di studenti è così importante».

«Celebriamo questo Giorno del ricordo infrangendo il muro di silenzio che per molti anni ha relegato nell’oblio quegli avvenimenti – ha poi affermato il vicario del prefetto, Michele Giacomino -, consci che l’indifferenza e la non curanza, citando parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, verso quegli stessi avvenimenti renderebbero la nostra collettività, tutte le collettività e le comunità, se non complici, quantomeno gravemente e colpevolmente omissive. Soprattutto oggi, dove il contesto democratico in cui viviamo e che faticosamente abbiamo conquistato il primo gennaio del ’48 con l’entrata in vigore della Costituzione, consente di comporre contrasti fra ideologie, posizioni e diversi punti di vista attraverso il dialogo e il sereno confronto».

Una mostra per il Giorno del Ricordo

Le iniziative promosse dal Comune di Sondrio con l’Unione degli istriani quest’anno raddoppiano: oltre alla cerimonia di oggi verrà inaugurata sabato alla biblioteca Rajna la mostra fotografica “Goli Otok, l’isola degli orrori”, a cura dell’Unione degli istriani e del Giornale.it.

A introdurla sarà Stefano Piotto, storico e professore di Storia delle relazioni internazionali alla MIB Trieste School of Management, alla presenza degli assessori Marcella Fratta e Simone Del Marco, del senatore Roberto Menia, primo firmatario della legge che nel 2004 ha istituito il “Giorno del ricordo”, del presidente e del coordinatore regionale dell’Unione degli istriani, Massimiliano Lacota e Lorenzo Galli.

La mostra documenta la storia del campo di rieducazione politica istituito dal dittatore dell’ex Jugoslavia Tito su un’isola deserta del medio Adriatico, Goli Otok, dove, dal 1948 al 1956, furono imprigionati in condizioni disumane oltre trentamila oppositori del regime, tra cui centinaia di italiani. Costituita da pannelli illustrativi con fotografie di Ivo Saglietti e testi di Matteo Carnieletto e Massimiliano Lacota, la mostra è arricchita da una toccante video testimonianza.

Le iniziative organizzate in occasione del “Giorno del ricordo” sono promosse dal Comune di Sondrio con l’Unione degli Istriani, nell’ambito del protocollo d’intesa sottoscritto nell’ottobre del 2021 nel capoluogo: una collaborazione finalizzata alla promozione di eventi per favorire la conoscenza della tragedia avvenuta sul fronte orientale, in particolare tra i giovani.

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