Sondrio celebra la «Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate»

«Oggi celebriamo l’Unità nazionale, su cui è fondata la nostra Repubblica, e le Forze armate che vegliano su di noi: è un giorno all’anno, ma i princìpi che hanno ispirato l’istituzione di questa festa nazionale dovrebbero essere ricordati ogni giorno».

Ha esordito così lunedì mattina il sindaco di Sondrio, Marco Scaramellini, nel suo intervento in occasione delle celebrazioni del Quattro novembre al Parco della Rimembranza.

«L’impegno profuso diventa eroico quando ci si trova di fronte a immani tragedie quali sono state le guerre che hanno coinvolto il nostro Paese: ne sentiamo gli echi nel lembo più orientale d’Europa, condividiamo la sofferenza e le preoccupazioni di tante persone, come noi, che sono state travolte da una tragedia più grande di loro», a riprova di quanto ancora ci sia da imparare di fronte alla storia.

«Immagini che non vorremmo vedere, rivendicazioni che non vorremmo ascoltare, in un’escalation di violenza che nessuno - tra i cosiddetti potenti della terra - sembra intenzionato davvero a frenare», ha detto il sindaco.

«Non è facile in una quotidianità che tende a sopraffarci, nell’era dell’individualismo esasperato trovare il tempo e le energie per volgere lo sguardo altrove, per fermarsi e riflettere, per indossare per un momento i panni dell’altro. Ma è doveroso farlo, memori degli anni bui che i nostri avi hanno vissuto. Il nostro pensiero corre a chi difende la pace del mondo, impegnato in missioni umanitarie, e a chi vigila sulla nostra sicurezza: sono gli eroi di ogni giorno, da ricordare e ringraziare».

La cerimonia a Sondrio in occasione della Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate è iniziata alle 9, in Collegiata, con la celebrazione della messa in memoria di tutti i caduti. L’arciprete di Sondrio, don Christian Bricola, che ha presieduto la funzione, ha accolto le autorità civili e militari presenti - a partire dal prefetto, Anna Pavone - e ha poi invitato i fedeli a pregare per la patria e, soprattutto, per la pace.

Al termine dell’Eucarestia, il ricordo è proseguito al Parco della Rimembranza, dove si sono tenuti l’alzabandiera, la deposizione della corona in memoria dei caduti e gli onori ai gonfaloni e ai caduti. Allo stesso tempo, il prefetto Pavone ha dato lettura del messaggio del Presidente della Repubblica, mentre il colonnello Giuseppe Bivona, comandante provinciale dei Carabinieri, si è fatto portavoce delle parole del ministro della Difesa.

«Il Quattro novembre celebriamo questa festa per dare valore agli ideali di patria e di libertà e ricordare un passaggio cruciale della nostra storia: questa festa è stata istituita nel 1922, quattro anni dopo la fine della Prima guerra mondiale. Lo scenario è profondamente mutato, ma l’attualità di questa celebrazione rimane: con un significato diverso, probabilmente, ma ancora più pregnante», ha riflettuto il sindaco.

«I caduti in guerre che non avevano voluto meritano il nostro rispetto e un ricordo non scontato», ha aggiunto. «Alle solenni celebrazioni, si accompagnino anche la riflessione e l’approfondimento»: dalla storia, davvero, c’è ancora molto da apprendere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA