Sondrio, carcere sovraffollato. L’associazione Coscioni diffida anche l’ATS

La casa circondariale di Sondrio è sovraffollata. Una settimana fa i detenuti erano 31, a fronte di una capienza massima di 26 posti regolamentari distribuiti in 20 celle detentive.

A segnalare la situazione, che negli ultimi anni si è verificata più volte e in più occasioni è già stata fatta emergere, è l’Associazione Luca Coscioni, attiva a tutela dei diritti civili e, tra questi, quello alla salute. Nei giorni scorsi, ha inviato alle direzioni generali di agenzie di tutela della salute e aziende sanitarie locali delle 102 città dove si trovano i 189 istituti penali italiani delle diffide ad adempiere a uno dei compiti per loro stabilito dalla legge: procedere a sopralluoghi nelle strutture penitenziarie di competenza con il fine di apprezzare le circostanze relative all’igiene e le profilassi delle stesse, della fornitura di tutti i servizi socio - sanitari e di agire di conseguenza, qualora esse non siano a norma.

«L’Associazione Luca Coscioni ha deciso di lanciare questa iniziativa perché la totale mancanza di attenzione dedicata alla salute nell’ultimo decreto del Governo in materia di carceri, oltre che quanto denunciato sistematicamente dai rapporti dei garanti cittadini e regionali, da notizie di stampa e resoconti di visite ispettive parlamentari, fanno emerge una situazione di patente violazione strutturale, tra gli altri, del diritto alla salute delle persone ristrette nel nostro Paese», hanno dichiarato l’avvocata Filomena Gallo e Marco Cappato, segretaria e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, insieme all’ex senatore Marco Perduca.

La situazione è ovviamente differente per ciascuna realtà detentiva, ma in questo caso Sondrio non si distingue dal resto del territorio regionale, dove a essere ristretti sono 8.349 uomini e 464 donne, per un’occupazione del 143%, seconda solo al 144% della Puglia.

Secondo i dati resi pubblici dal sito web del Ministero della Giustizia, allo scorso 31 luglio, nei 189 istituti di pena italiani, erano presenti 61.133 detenuti, di cui 2.682 donne, 21 delle quali con 24 figli, oltre a 523 ristretti negli istituti penali per minorenni. A quella data i detenuti nella struttura di via Caimi erano 26, al limite della capienza, ma la situazione è peggiorata con le misure detentive disposte nelle due settimane successive. Che hanno portato l’occupazione vicina al 120%.

La diffida inviata dall’Associazione Coscioni anche all’Agenzia di tutela della salute della Montagna ha ricordato che nei primi sette mesi dell’anno sono state 64 le persone a togliersi la vita negli istituti di pena italiane. Tra le più varie le motivazioni dei gesti estremi, ma le cronache riferiscono spesso essere legate alle condizioni di vita in carcere, dove oltre allo stress da sovraffollamento si aggiungono condizioni igienico - sanitarie fuori norma. A questo proposito si può ricordare che l’istituto di via Caimi dispone di tre docce in altrettante camere detentive e di altri 18 servizi igienici comuni con porta. Venti le prese elettriche a disposizione dei detenuti, una per ogni stanza detentiva.

Nota positiva per la casa circondariale sondriese è la presenza del personale di Polizia penitenziaria: 28 sono gli effettivi a fronte di 27 previsti. Due soli gli impiegati amministrativi, però, a fronte di undici previsti.

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