Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 27 Aprile 2018
Sondrio, il bilancio di minoranza
«Comune non al passo coi tempi»
A poche settimane dal rinnovo del consiglio l’opposizione fa il punto di cinque anni di mandato: «Il nostro è stato un impegno costante sempre mortificato».
«L’amministrazione Molteni? Banale, non al passo coi tempi ed incapace di cogliere lo spirito di collaborazione sempre offerto dalla minoranza».
A stilare il bilancio di cinque anni di attività - propria e altrui - a qualche settimana dal rinnovo del consiglio comunale di palazzo Pretorio, sono i gruppi di opposizione Uniti per Sondrio - ovvero Sondrio liberale, Per Fiumanò sindaco, Popolari retici e Forza Italia - e Lega.
Un bilancio dal doppio risvolto: l’impegno della minoranza da una parte e l’attività dell’amministrazione dall’altra. Una promozione, per il primo, evidentemente, una bocciatura, più o meno sonora, per la seconda.
«Le forze di opposizione - l’introduzione di Andrea Massera di Sondrio liberale - hanno lavorato insieme per cinque anni e questa unità sarà riproposta durante la campagna elettorale. È stato un lavoro molto intenso sia per quanto riguarda la quotidianità che per quanto attiene, invece, la programmazione urbanistica». Un impegno che si traduce, spannometricamente, in oltre 120 documenti presentati in aula tra interrogazioni, interpellanze e mozioni sui più svariati temi: dalla viabilità alla sosta, passando per l’economia cittadina, dalle politiche per l’integrazione scolastica al monitoraggio delle criticità relative al disagio sociale, «soprattutto nel quartiere sud ovest», passando per la gestione del parco Bartesaghi, dalla rivitalizzazione del centro storico al monitoraggio delle attività delle società partecipate fino al caso Mazal e ai tributi locali - «tema rimasto inevaso di cui però ci occuperemo». «Abbiamo fatto numerose segnalazioni relative al degrado urbano in via Stelvio, in via Sauro, a Triasso, ai Dossi salati, negli orti di via Giuliani - ancora Massera -. Ci siamo impegnati sul contrasto al gioco d’azzardo e in questo ambito qualcosa è stato raccolto. Così come per l’urbanizzazione di via Marinai d’Italia e la manutenzione dei giardini scolastici. Ci siamo occupati di tante cose onorando il mandato che i cittadini ci hanno conferito e facendo al meglio la nostra attività di monitoraggio, stimolo e proposta».
Un contributo quello della minoranza basato, in molti casi, sull’ascolto delle istanze dei cittadini. «Ci siamo occupati di così tanti argomenti - dice Barbara Dell’Erba di Forza Italia - perché abbiamo dato voce ai sondriesi che non sempre hanno trovato risposte in Comune. Una mancanza grave di questa amministrazione che poi in consiglio ci ha accusato di dar voce alla pancia della gente». «Nonostante portassimo i bisogni dei cittadini - aggiunge Giuseppe Tarabini dei Popolari retici - le nostre interpellanze non hanno mai avuto grande accoglienza. E quando erano impossibili da rigettare la maggioranza ci ha sempre messo il cappello con modifiche o emendamenti. Da un punto di vista personale arrivando da un’esperienza di maggioranza, devo dire che quello di minoranza è un ruolo stimolante ma al tempo stesso deprimente vedendo tutte le proprie istanze rigettate».
Per quanto riguarda l’operato dell’amministrazione, Tarabini, con una metafora calcistica, parla di posizione di difesa della giunta Molteni, un catenaccio all’italiana, senza attaccanti, ma neppure centrocampisti.
Decisamente più tranchant il giudizio di Gianfranco Bordoni (Per Fiumanò): «Questa amministrazione nella sua pochezza, nella banalità di un’amministrazione solo ordinaria, non ha riconosciuto il nostro ruolo. Abbiamo ricevuto bastonate, siamo stati sistematicamente derisi. Amministrare in questo modo non serve a niente. È ora di cambiare». Dello stesso avviso Lorenzo Grillo Della Berta della Lega: «Se sul piano personale non posso che parlare di un’esperienza di arricchimento, che mi ha consentito di passare dall’io al noi - le sue parole -, sul piano generale non si può che rimarcare il mancato ascolto, la chiusura a qualunque contributo della minoranza e l’inadeguata modifica dei percorsi decisionali rispetto ai cambiamenti della società». «Questa amministrazione - ha specificato Massera - è come un professore che insiste ad usare libri di testo che non sono più aggiornati. Alcune idee 25 anni fa erano al passo coi tempi, ma adesso no. Con le piste ciclabili non mangi: abbiamo bisogno di altro in città, dobbiamo rivedere dalle fondamenta il ruolo del capoluogo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA