Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 15 Giugno 2019
Sondrio, Bianchini ricordato al Centro disabili
Dedicata una sezione all’ex maestro e direttore didattico in molte scuole, fondatore dell’Aias. Grillo Della Berta: «Su tanti concetti che paiono banali fu un pioniere, con forza etica, emotiva e intellettuale»
È stato «un vero pioniere» delle iniziative per l’inserimento sociale e l’emancipazione delle persone disabili, un «uomo di scuola, di pensiero, di azione», che per tanti anni «ha lavorato con dedizione, impegno e coraggio per il riscatto di chi non aveva voce». Da ieri uno dei due Centri diurni disabili della Fondazione Casa di riposo “Città di Sondrio” porta il suo nome: Giovanni Bianchini, classe 1921, maestro e successivamente direttore didattico in tante scuole della provincia, fra i fondatori della sezione locale dell’Aias di cui fu a lungo presidente.
A dieci anni dalla sua morte, avvenuta nel 2009, la Casa di riposo ha deciso di affiancare il suo nome a quello di Armida Vaninetti Righini, prima presidente dell’Anffas di Sondrio cui è intitolata l’altra “sezione” del Cdd: ieri è stata scoperta la targa con la dedica nella struttura di via Lusardi e la giornata è stata anche l’occasione per presentare ufficialmente il libro “Le buone pratiche-Giovanni Bianchini e la questione dei disabili”, scritto da Massimo Mandelli partendo dai documenti messi a disposizione dalla famiglia Bianchini.
«Una giornata di festa e un momento emozionante», ha affermato il presidente della Casa di riposo, Costantino Tornadù, sottolineando l’importanza della figura e dell’opera di Bianchini come educatore nella scuola e come «pioniere» sulle tematiche legate alla disabilità, sempre guidato «dalla volontà di aiutare chi è più fragile, seguendo i valori grandi che le sue origini, una famiglia umile della Val Tartano, gli avevano dato».
L’impegno di Bianchini «ci ha aperto la strada su tanti concetti che oggi sembrano banali», ha rimarcato il vice sindaco di Sondrio e assessore ai Servizi sociali Lorenzo Grillo Della Berta.
«Sul tema della disabilità oggi c’è una visione positiva – ha detto -, nella società si diffondono concetti importanti e diamo per scontate tante cose sulle quali Bianchini fu un vero pioniere, con grande forza etica, emotiva, intellettuale».
A ripercorrere la biografia di Bianchini e il libro di Mandelli ha pensato lo storico Bruno Ciapponi Landi, che di Bianchini ha ricordato l’attività per i ragazzi disabili e anche la grande passione per la storia e la cultura della “sua” Val Tartano, ai quali dedicò anni di studi confluiti in un vocabolario e in un dizionario etimologico dei dialetti.
Mandelli ha rimarcato come il libro dedicato a Bianchini sia «un modo per rendere onore alla sua figura» e per ricordare «l’uomo che stava dietro a tutte le iniziative di riscatto delle persone disabili che seppe mettere in campo», per «cogliere alcuni aspetti della sua avventura umana». Un obiettivo riuscito, ha rimarcato Bianca Bianchini, figlia maggiore di Giovanni, che a nome di tutta la famiglia ha ringraziato Mandelli per il suo scritto «capace di scolpire con forza evocativa il ritratto di mio padre» e la Casa di riposo per l’intitolazione del Cdd.
«Ringraziamo tutti coloro che ancora credono nel valore del fare memoria – ha detto l’ex sindaco di Sondrio -, del ricordare chi ci ha lasciato qualcosa di importante».
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