
Sondrio
Si è spento nelle scorse ore uno dei cittadini più longevi del capoluogo. Se non, addirittura, il più longevo. Egidio Della Cagnoletta è mancato a Sondrio martedì, a 102 anni compiuti ormai da poco meno di tre mesi, attorniato dall’affetto dei suoi cari, ovvero la moglie Carla, i figli Edoardo e Fabio, le nuore Giorgia e Daniela e i nipoti Daniele e Lorenzo.
Il 12 gennaio di due anni fa, nel giorno del compleanno tondo, il sindaco Marco Scaramellini gli aveva fatto personalmente visita per congratularsi dell’importante traguardo raggiunto con invidiabile lucidità. Nella giornata di giovedì 3 aprile, la celebrazione dei funerali in Collegiata: momento giusto – questo – per stringersi alla famiglia e ricordare quanto compiuto dall’ultracentenario. Proprio come hanno fatto i suoi colleghi dell’allora Piccolo Credito Valtellinese, dove ha lavorato per molti anni, che hanno scelto di scrivere alla nostra redazione per tracciarne un ricordo.
«Non sono in molti a ricordarlo dietro a quella scrivania di metallo verniciato in una stanza al primo piano della sede centrale del Piccolo Credito Valtellinese», spiegano gli amici di una vita. «Erano gli anni Sessanta, la banca aveva una quindicina di filiali e poco più di cento dipendenti: la tecnologia si fermava alla mitica “divisumma” e alla carta carbone. Chi ne ha memoria sono i pochi colleghi ormai molto avanti negli anni e gli altrettanto pochi clienti che, in quell’ufficio, avevano trovato risposte alle esigenze di un piccolo prestito o di un fido per finanziare gli investimenti dell’azienda».
Egidio Della Cagnoletta è stato «il funzionario di banca che tanta parte ha avuto nel valutare i progetti e i connessi fabbisogni finanziari dei clienti. Non era un bocconiano e non aveva master di finanza nel proprio curriculum: era un maestro di scuola elementare prestato alla banca per l’attitudine e la curiosità verso i fenomeni economici, ma anche per la capacità di interpretarli dentro un processo mentale rigoroso, carico di senso etico e fondato sulla fiducia tra controparti».
Nato a Sondrio il 12 gennaio 1923, aveva dunque compiuto da alcuni mesi 102 anni, «tutti vissuti all’insegna della disciplina, della grande integrità morale e della rara capacità di lavoro. Qualità ampiamente riconosciute che lo avevano portato a sedere nel Consiglio di amministrazione della banca quando, nel 1977, a seguito di un’innovazione statutaria, l’assemblea di tutto il personale individuava al proprio interno il candidato-dipendente al quale, proprio per le competenze tecniche e per la dimestichezza sulle procedure operative, veniva riservato un posto nel Consiglio stesso».
Un onore, ma soprattutto una responsabilità, che Della Cagnoletta ha saputo portare avanti al meglio. Anche per questo «ha lasciato un ricordo vivo nella comunità locale, non solo bancaria. Incontrandolo fino a non molto tempo fa, già centenario, mentre in compagnia della moglie si recava alla messa in Collegiata, faceva rivivere con velata malinconia un pezzo importante e nobile della storia del “Piccolo Credito”: una banca piccola, all’epoca, fatta però da uomini grandi e capaci di comprovata saggezza», sempre nelle parole degli storici colleghi
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