Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 03 Luglio 2017
Soccorso a pagamento, avvio (molto) lento
Primo bilancio dall’entrata in vigore del ticket maggiorato per chi è imprudente in montagna. Carrara (Soccorso alpino): «Negli ultimi 12 mesi abbiamo segnalato 181 casi, il 39,3% dei quali passibili di multa».
All’epoca della sua approvazione - marzo 2015 - i media avevano dato ampio risalto alla legge regionale n. 5 che ha di fatto introdotto anche in Lombardia (un provvedimento simile è già in vigore in Veneto, Trentino e Valle d’Aosta) un ticket per i soccorsi in montagna (senza conseguenze sanitarie ovviamente), che può essere maggiorato del 30% nel caso si ravvisi imprudenza.
Una sorta di “multa” che in base al piano tariffario approvato dalla giunta lombarda non può superare i 780 euro e che per i residenti lombardi prevede una riduzione del 30%.
Ma quante volte sino ad ora è stata applicata? Difficile a dirsi, perché non esiste una banca dati regionale e ogni Azienda socio sanitaria territoriale si regola in modo autonomo sulla scorta delle segnalazioni che riceve.
E quante sono? «Le segnalazioni per interventi non sanitari e quindi soggetti a ticket (persone soccorse che non hanno problemi sanitari, ndr) ammontano a 181 negli ultimi 12 mesi e di questi il 30% circa rientra nella casistica dell’imprudenza o negligenza», riferisce Damiano Carrara, presidente del Soccorso alpino e speleologico lombardo, che grazie all’attività di resoconto sempre puntuale dei suoi uomini (poco meno di mille in tutta la regione sparsi nelle 4 delegazioni territoriali e in quella speleologica) ha davvero il polso della situazione.
Ma attenzione: non è il Soccorso alpino che presenta il conto al malcapitato imprudente. Né è Soreu (la sala operativa di urgenza ed emergenza), che controlla la segnalazione solo al fine di non creare disparità di valutazione. No, tocca all’Asst, ovvero all’Azienda socio sanitaria territoriale emettere le fatture.
Durante i 12 mesi (giugno 2016-maggio 2017) di rilevazione delle caratteristiche degli interventi in funzione della legge regionale n.5 (quelli appunto che non hanno avuto un esito sanitario), nel 29,8% dei casi risultano attivati gli indicatori di imprudenza. Questa percentuale sale al 39,3% per la VII Zona Valtellina-Valchiavenna».
Quindi quasi il 40% dei soccorsi non sanitari effettuati in provincia di Sondrio è passibile di essere soggetto al ticket maggiorato del 30%. E la “multa” varia da prestazione a prestazione. Il massimo, in ogni caso, non può superare i 780 euro (come riportato nella tabella a fianco).
Il tavolo di lavoro che ha collaborato alla stesura della legge prima e poi del regolamento, ha fatto sintesi dei comportamenti ritenuti imprudenti, selezionandoli in una casistica che oggi permette di valutare i singoli episodi in modo il più possibile oggettivo. Uno dei parametri è quello delle condizioni meteo avverse e quindi del pericolo valanghe (che deve essere superiore al grado 3).
Poi ci sono le dotazioni tecniche e quelle di protezione (Artva, ramponi eccetera in funzione dell’ambiente), in assenza delle quali scatta la segnalazione. Infine l’abbigliamento e le calzature. «La rilevazione è supportata anche da una serie di dati che consentono di contestualizzare l’intervento rispetto all’attività svolta dalle persone soccorse, alla causa della chiamata, agli orari, all’ambiente e alle condizioni meteo e nivologiche», precisano dal Soccorso alpino.
Prevenire è di certo meglio che curare, ma si sa, la repressione a volte educa molto più in fretta. Ed è quindi obbligatorio chiedersi se l’introduzione della legge regionale n. 5 sia o meno servita a far diminuire gli incidenti (evitabili) in montagna. I dati dicono di no.
«A livello nazionale lo scorso anno sono stati effettuati 8.203 interventi, confermando un trend in aumento - riferisce ancora Carrara -. A livello regionale nel 2016 sono stati effettuati 1.229 interventi (furono 1.276 nel 2015, ma 1.156 nel 2014) e sono state soccorse 1.296 persone (1.345 nel 2015, ma 1.217 nel 2014). Va comunque detto che è ancora presto per fare valutazioni sull’utilità di questa legge. In fondo si tratta del primo anno».
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