Sempre più frontalieri. La Uil: «Centinaia di richieste per la nuova tassazione»

Sondrio

Nonostante il nuovo regime fiscale frutto dell’accordo italo-svizzero che ha rivoluzionato i l’impianto normativo risalente al 1974, i flussi quotidiani dalla provincia di Sondrio verso la Svizzera non sono minimamente, calati, anzi, sono in crescita costante. «Nel 1995 si contavano 160mila frontalieri italiani in Svizzera oggi saliti a 407mila - dice Raimondo Pancrazio, segretario generale nazionale Uil frontalieri - e, per quanto riguarda il Canton Grigioni il flusso quotidiano è di 9200 unità, al 90% italiani. Si può parlare quindi di 7.700 lavoratori che provengono dalla provincia di Sondrio, in massima parte, e da quelle limitrofe e sono numeri in crescita, non in calo, come ci si sarebbe potuti aspettare in ragione della nuova normativa che tassa alla fonte, in Svizzera, lo stipendio all’80% e tassa in Italia il restante 20%. Perché i nuovi frontalieri, quelli entrati in Svizzera dal 17 luglio 2023 in avanti, sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi ed a versare la differenza, pur scorporata di una franchigia di 10mila euro, che vale per chi fa avanti e indietro tutti i giorni, dei contributi sociali e degli assegni famigliari».

E da questo punto di vista i Caf, Centri di assistenza fiscale della Uil della Lombardia e della provincia di Sondrio sono già attivi e pronti a supportare i lavoratori che, in effetti, si stanno rivolgendo in buon numero ai loro uffici per avere informazioni, proiezioni e rassicurazioni. «In 200 ci hanno contattato nelle ultime settimane o per capire cosa andranno a versare in acconto e a saldo sulla prossima dichiarazione dei redditi o per avere informazioni e consigli dato che vorrebbero andare a lavorare in Svizzera - ha precisato in conferenza stampa a Sondrio Luca Gaffuri, segretario del Caf Lombardia -. E si tratta di un flusso di richieste in crescita a testimonianza di quanto il lavoro oltrefrontiera continui a interessare al di la della tassazione mutata. Probabilmente gli alti salari e anche una diversa organizzazione del lavoro e possibilità di carriera maggiori, continuano a fare la differenza anche se va detto che, magari, oltre confine, è pure più facile essere licenziati e la contrattazione collettiva è rara. Spesso il contratto è semplicemente fra lavoratore e datore di lavoro e anche per questo in molti si rivolgono a noi per capire se quello che vanno a stipulare sia un contratto che li tuteli veramente». Insomma, il lavoro non manca in questa fase in casa dei Caf Uil diffusi anche sul territorio della provincia di Sondrio.

«Possiamo contare sugli uffici di Sondrio e Morbegno - ha ricordato Fabrizio Tresoldi, coordinatore territoriale della Uil di Sondrio - e sulle sedi staccate di Prata Camportaccio, Livigno e Bormio, dopodiché stiamo avviando anche accordi con i Comuni per poter essere presenti in modo più capillare sul territorio provinciale e magari anche al di fuori dei classici orari d’ufficio nei quali i frontalieri non ci possono raggiungere perché sono al lavoro». Interessanti le proiezioni di spesa in tasse che tocca ai nuovi frontalieri, predisposte dai rappresentanti sindacali e che danno la misura di quanto si va a pagare in tasse in Italia ogni anno. Per un reddito di 25mila franchi annui un lavoratore sposato con due figli va a pagare sui 5.400 euro, che salgono a 11mila e più per un reddito annuo di 50mila franchi e a più di 21mila per un reddito da 75mila franchi.

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