
Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 28 Settembre 2016
Sciopero della fame, clima teso in carcere a Sondrio
Venticinque su 38 ”ospiti” hanno aderito alla protesta e si sono rivolti al mondo esterno. «Dal luglio del 2015 la vita qui è impossibile. Chiediamo di parlare con il garante nazionale dei detenuti».
Dopo il braccio di ferro, lo strappo. Anzi, un divario incolmabile a giudicare dai toni e dalle espressioni che i detenuti hanno messo nero su bianco, in un documento inviato al Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria e al presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano.
Due paginette ben scritte che terminano con l’annuncio di aver intrapreso lo sciopero della fame a oltranza, in attesa che il garante nazionale dei detenuti faccia loro visita e soprattutto «finché non verranno presi provvedimenti correttivi ed effettivi dalle autorità preposte».
A innescare una simile decisione, il rapporto ormai deteriorato con la direttrice del carcere, Stefania Mussio. Ora la protesta eclatante che coinvolge 25 dei 38 detenuti presenti e che non ha precedenti in via Caimi. Pesantissime le accuse lanciate dai detenuti.
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