Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 13 Giugno 2018
Schede e preferenze, lamentele nell’urna
Le aspettative sono alte e i conti da fare non facili tra assicurazioni e promesse poi disattese, ma quando a mancare sono i voti certi di mamma e papà, piuttosto che quelli visti e non conteggiati, allora qualche dubbio sulla regolarità dello spoglio è legittimo che venga.
È quanto capitato in città dove da una lista all’altra, trasversalmente senza distinzione tra destra o sinistra, sono rimbalzate le lamentele di chi si aspettava 80 preferenze e se n’è trovato conteggiate meno della metà e di chi, andato a botta sicura a scorrere l’elenco delle singole sezioni, non ha trovato quanto dovuto.
Lo scrutinio di domenica notte lascia dietro di sé uno strascico di polemiche che stenta a placarsi. Il problema sono le decine di preferenze che non sarebbero state attribuite correttamente, ma anche - e qui c’è la testimonianza dei rappresentanti di lista nei seggi - i differenti metodi adottati per stabilire come e a chi riconoscere i voti nel caso di incertezza.
La situazione, oggettivamente, non era facile con sedici liste, 466 aspiranti consiglieri comunali e la possibilità della doppia preferenza di genere oltre a quella del voto disgiunto, ma neppure la preparazione di presidenti e scrutatori, peraltro provati dalla lunga notte insonne, è parsa sempre all’altezza.
Fatto sta che davanti ai nomi di consiglieri scritti, e dunque con la volontà dell’elettore chiaramente espressa, magari non a fianco della lista di appartenenza ma ad un’altra, i presidenti di diversi seggi hanno scelto di comportarsi in maniere differenti: c’è chi ha attribuito la preferenza ai consiglieri e alla loro lista, chi invece ha annullato il voto personale e attribuito solo quello alla lista a fianco del cui simbolo i nomi erano riportati.
Disomogeneità di giudizio e trattamento che con il passa parola è arrivato alle orecchie di tanti e ha indispettito più di un consigliere mettendo nuovamente in dubbio la bontà del sistema dello scrutinio. A partire dall’opportunità di procedere con lo spoglio immediatamente dopo la chiusura delle urne protraendo l’impegno - degli scrutatori ma anche dei rappresentanti di lista - per tutta la notte (l’attenzione alle tre di una notte insonne non può essere la stessa delle 8 di mattina dopo un buon sonno), piuttosto che decidere di rinviarlo al giorno dopo a mente fredda e sveglia.
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