Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 04 Maggio 2021
Sanità in Alta Valle e Morelli
i sindaci si “avvicinano” alla Regione
Documento degli amministratori che condividono le intenzioni manifestate dall’assessore Sertori
Convergenza raggiunta, fra i sindaci dell’Alta Valle e Regione Lombardia, e il “miracolo” si deve all’intermediazione, riuscita, di Massimo Sertori, assessore regionale alla Montagna.
E’ da quest’ultimo che sono giunte recenti rassicurazioni circa un deciso cambio di rotta rispetto alla sanità di montagna del futuro, quello prossimo, però, che contempla un ritorno in auge del Morelli quale Dea di II livello, cioè centro trauma zonale dove far convergere i politraumatizzati (oggi dirottati, tutti, a Sondrio), con le sue tre Alte Specialità, e con una sua autonomia gestionale, più volte proposta dai sindaci e dal Comitato pro Morelli e che, ora, sembra far breccia anche in Regione.
«Prendiamo atto con vivo interesse e soddisfazione delle valutazioni da lei espresse rispetto all’ospedale Morelli - scrivono i sindaci dell’Alta Valle in una lettera aperta indirizzata, ieri, a Massimo Sertori - auspicando che, tali obiettivi, trovino, poi, conferma in atti ufficiali e in azioni concrete».
Piace, in particolare, la volontà che emerge di «superare in maniera definitiva il Piano di riqualificazione ospedaliera provinciale redatto dal Politecnico di Milano - è scritto - per la parte relativa al Morelli dove si prevedeva il depotenziamento delle alte specialità e dell’emergenza e urgenza, e riconosciamo anche che il potenziamento dei mezzi di soccorso, da lei proposto, è sicuramente una soluzione positiva che garantirà maggior efficienza e sicurezza».
Fin qui gli apprezzamenti, che lasciano spazio, poi alle proposte “integrative”. Che sono, poi, quelle, da sempre avanzate dai sindaci dell’Alta Valle, in termini di «rivisitazione generale del servizio di emergenza e urgenza in Alta Valle che preveda anche la valorizzazione del Morelli quale centro Dea di II livello dotato delle sue tre Alte Specialità da trasferirvisi, da Sondrio, non appena la situazione pandemica lo permetterà, e, al pari, la creazione di un’unità Covid indipendente e autonoma, sempre al Morelli, capace di fornire una risposta efficace ed efficiente al problema, nel caso dovesse ripresentarsi, evitando, però, ogni promiscuità con le altre unità ospedaliere in modo da continuare a garantire, al territorio, le prestazioni sanitarie necessarie e indispensabili senza gravare su Sondrio».
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