Robot per la manutenzione da remoto dei pascoli orobici

L’investimento del Comune di Albosaggia. Il sindaco Murada: «La robotica al servizio della tutela e della salvaguardia dei maggenghi a rischio scomparsa»

La robotica al servizio della tutela e della salvaguardia dei maggenghi orobici a rischio scomparsa. È il Comune di Albosaggia che ha deciso di investire e acquistare una macchina operatrice a controllo remoto. In parole semplice una sorta di robot che può essere controllato e guidato a distanza, in totale sicurezza, per interventi su terreni impervi e in forte pendenza.

Un investimento importante - il macchinario di ultima generazione costa all’incirca 60mila euro -, per acquistare il quale l’amministrazione di Albosaggia chiede aiuto alla Provincia, con la quale ha messo a punto un protocollo di intesa, di recente deliberato dalla giunta Murada, che sarà firmato nei prossimi giorni per beneficiare di fondi Aqst (Accordo quadro di sviluppo territoriale) pari ad un contributo di 50mila euro.

«Crediamo molto nell’utilizzo di questa macchina - premette il sindaco Graziano Murada -, in quanto può operare su fortissime pendenze senza la presenza dell’operatore a bordo». Nel senso che la persona «in totale sicurezza la può comandare a distanza, anche di un centinaio di metri, senza fare fatica alcuna». L’intenzione è di darla «nelle mani dell’AsFo», l’Associazione fondiaria foreste orobiche media Valtellina, presieduta da Michele De Bernardi, di cui fanno parte i Comuni di Albosaggia e Caiolo e la Società economica valtellinese (Sev), che ha come obiettivo quello di recuperare un patrimonio come quello boschivo, da decenni dimenticato e abbandonato, con ricadute economiche ed occupazionali per il territorio, risolvendo l’annoso, nonché esasperato problema della frammentazione fondiaria.

«Questo macchinario - l’acquisto è previsto a fine estate con l’aggiunta di fondi di bilancio comunale - sarà utilizzato per mantenere quei maggenghi oppure aree dove la manutenzione e il taglio sono venuti meno», e potranno disporne anche i consorzi che operano sul territorio di Albosaggia, «per la sistemazione di strade o per tagliare l’erba».

I due alpeggi più grandi «sono quelli di San Salvatore e dei Campei: il primo è pascolato, quindi la manutenzione c’è, ma un passaggio sul finire dell’estate con questo robot sarebbe auspicabile. Dei Campei se ne prende cura l’operazione Matogrosso». Languono invece quelli nella parte ovest del paese, «che rischiano di essere abbandonati», come ad esempio in località Piazzo, Nembro o a Ca’ di Pesc. «Questa macchina ci permetterebbe di andare a mantenere le aree ecologiche che rischiano di sparire». Con la potenza di 50 cavalli, cingolato, il macchinario può essere dotato all’occorrenza di barra falciante oppure di trincia erba.

© RIPRODUZIONE RISERVATA