Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 20 Novembre 2017
Ritrova obbligazione del Pci
«Ora il Pd ci deve 21.300 euro»
Il caso di una signora di Sondrio. Il prestito, di 500 lire, fu firmato da Togliatti
«Tocca pagare agli erediti del vecchio partito». Ma non sarà così facile
La scena sembra ormai essere diventata un cliché: il famigliare che, sistemando polverosi solai o svuotando bauli e stanze per fare ordine, si trova fra le mani vecchissime obbligazioni, di cui si era persa memoria. E per le quali, oggi, chiede un rimborso. Dopo i casi di Montagna e Grosio, un nuovo episodio – seppure dai contorni diversi – si è verificato.
Ne raccontiamo la storia. Nel 1946 il signor Gino P., allora giovane militante di sinistra, decise di sottoscrivere un’obbligazione (per la precisione un prestito a premi) con l’allora Partito Comunista italiano per la somma di 500 lire, una ragguardevole cifra per l’epoca in considerazione del fatto che il Paese stava pagando il salato conto della seconda guerra mondiale.
Il documento, che porta la data del primo marzo 1946, fu sottoscritto dal segretario di allora, l’onorevole Palmiro Togliatti. Quel premio, però, non venne mai incassato e i documenti sono andati smarriti. Almeno fino a qualche settimana fa quando Stefania P., cinquantenne casalinga, originaria di Sondrio ma residente ad Enna, figlia di Gino, rovistando tra le cose del padre nella casa degli avi, ha ritrovato quei titoli di credito insieme a tanti altri vecchi ricordi di famiglia. A quel punto la signora si è rivolta ad Agitalia, l’Associazione per la giustizia in Italia. «I titoli sono stati fatti stimare da un nostro consulente contabile - spiega Giovanni Rossetti di Agitalia - che ha calcolato, tra interessi, rivalutazione e capitalizzazione dal primo marzo 1946 ad oggi una cifra creditoria di 21.300 euro. L’uomo ha conferito incarico al nostro studio per recuperare quel denaro dal Partito Democratico, che subentra a tutti gli effetti giuridici nei rapporti debitori e creditori del Partito Comunista Italiano dell’epoca».
Una bella storia, non c’è che dire. Quanto al lieto fine, occorre essere prudenti. Già in passato sono stati segnalati casi simili in provincia di Sondrio, dove però si attende ancora il risarcimento. Una cittadina di Montagna in Valtellina, un paio di anni fa, ha trovato in una cassapanca un Bot da 100 lire del 1937 appartenuto al nonno del valore di 46mila euro.
Poi è toccato ad una signora di Grosio, nativa di Chiuro che, sempre nel 2015, mentre sistemava la casa di sua mamma, gravemente malata e poi purtroppo deceduta, ha trovato in un cassetto in camera un libretto delle Casse di risparmio postali del 1955 da 500 lire intestato a lei e alla sorella e un Bot del Prestito delle Ricostruzione dello Stato Italiano del valore di 1.000 lire datato 1950. È risultato, in base al consulente contabile, che tra interessi, rivalutazione e capitalizzazione, quei “reperti” avrebbero potuto valere 135mila euro. Peccato che ad oggi non se ne sia saputo più nulla.
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