Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 15 Settembre 2015
Riparte la scuola: si cercano ancora
più di 50 docenti
Venticinque sono prof di sostegno designati a seguire gli allievi diversamente abili.
Zaino in spalla, si è rimesso in marcia l’esercito dei quasi 25mila studenti di Valtellina e Valchiavenna, ritornati in classe ieri: chi alla scuola primaria, chi alle medie e chi, invece alle superiori. Ma all’appello mancano ancora più di 50 docenti. Per la precisione, secondo i dati resi noti dalle associazioni sindacali, sono 53, 25 dei quali insegnanti di sostegno designati a seguire gli allievi diversamente abili.
Questa è la situazione aggiornata a ieri, allo squillo della prima campanella, che ha ufficialmente inaugurato l’anno scolastico 2015-2016. Inizio che, sul fronte docenti, si ritrova con dei “conti” aperti o per dirla in gergo scolastico, con posti in cattedra vacanti. Toccherà oggi alle segreterie delle scuole mettersi al lavoro per andare alla ricerca dei supplenti, al fine di garantire il regolare svolgimento delle lezioni.
«La maggior parte dei posti scoperti, fenomeno purtroppo diffuso e presente anche in realtà al di fuori dei confini provinciali, riguarda gli insegnanti di sostegno» segnala dalla Cisl Scuola di Sondrio Filippo Maiorana. Un’“assenza”, questa, come tiene a puntualizzare il sindacalista, «che non è imputabile ad una “carenza” del governo di turno. Piuttosto è dovuto alla mancanza di docenti con titolo - specializzati nel sostegno -: alla scorsa settimana erano ancora 29 i posti scoperti, quattro sono stati assegnati ieri, ma a conti fatti significa che ne mancano ancora 25». A questi però vanno ad aggiungersi 28 insegnanti su altre classi di concorso - vale a dire sulle singole materie di insegnamento -, posti che dovranno essere coperti con la nomina di supplenti e la stipula di contratti a tempo determinato, chi fino al termine delle lezioni, cioè al 30 giugno, chi invece al 30 agosto 2016, attingendo dalle graduatorie di istituto.
«Lo avevamo detto e ripetuto in più occasioni: la “Buona scuola” - la legge 107 varata dal governo Renzi che ha riformato il pianeta istruzione nazionale, introducendo nuove regole per il reclutamento del personale - non avrebbe risolto il problema del precariato. La prova lampante, anche nella nostra realtà provinciale, è sotto i nostri occhi: degli 80 posti che avrebbero dovuto assegnare attraverso la cosiddetta fase B, in provincia ne sono rimasti liberi più di 50».
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