Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 27 Agosto 2018
Rana in tutte le salse
Sotto il tendone
una festa del palato
L’eventoLa sagra più attesa dell’estate a Pedemonte
ha fatto registrare il pienone, nonostante la pioggia
Ai fornelli e col vassoio in mano tanti volontari
Non erano rane autoctone, ma in padella sono state gustose lo stesso. Sono le “ospiti” (giunte dal pavese) della tredicesima “Sagra della Rana” organizzata da giovedì scorso a ieri dalla parrocchia di Pedemonte di Berbenno.
Quattro serate da leccarsi i baffi
Non solo sinfonie di posate, ma anche musica dal vivo, mercatini di arte e artigianato, truccabimbi, lotteria e... pioggia. Ma, con la struttura montata sul campo di calcio di Pedemonte, l’organizzazione se n’è fatta “un baffo” delle bizze del tempo. Dopo un inizio a base di pesce giovedì, son seguite tre serate con “menù a base di rane e non solo…”; per tutti i gusti insomma. «L’occasione della festa di San Bartolomeo, patrono della parrocchia – ha detto il parroco don Feliciano Rizzella – da 13 anni coincide con questa sagra che si mantiene grazie all’apporto di tanti volontari, giovani e adulti. I “pedemontini” una volta erano detti “maja-rani” perché qui era zona paludosa e piena di anfibi – ha poi ricordato - e questa sagra è un po’ recuperare l’identità locale, favorire occasioni di incontro, soprattutto le sere d’estate». Sotto la struttura c’è il pienone. Ragazze e ragazzi in maglietta con batrace sul davanti e scritta “staff” sulle spalle, “saltano” dalla cucina ai tavoli con vassoi zeppi di portate: risotto con le rane, guazzetto con polenta, arrosticini, spiedini (tutto a base di rana, naturalmente). Vino valtellinese, rosso o bianco, a seconda del gusto personale, anche se una data pietanza raccomanderebbe uno piuttosto dell’altro, ma: “de gustibus…”. Sono “importati” chiaramente, i batraci; tra l’altro sono belle carnose e quindi chi viene a Pedemonte … gradisce. Viene pure servita qualche alternativa, ma principe (anzi, principessa) è la rana. Lo chef in cucina, attorniato dai suoi aiutanti, impazza ai fornelli. Sotto il tendone una capienza di 400 posti, ma l’organizzazione riesce a gestire i turni (ed evitare sprechi) con le prenotazioni. Poi, qualche “non prenotato” non resta certo a digiuno. Ci sono un centinaio di “magliette staff” al lavoro, tutta Pedemonte e qualcuno pure di Berbenno, i volontari (Protezione Civile ai parcheggi). Romano Pedretta, uno degli “staff”, si distoglie un attimo dalle sue incombenze, ci offre una birra e illustra: «La sagra è proprio diventata un appuntamento tradizionale di fine agosto, qui da noi, con gente che arriva un po’ da tutta la Valle e anche dall’Alto Lago: venerdì sera c’è stata una bella compagnia che arrivava da Menaggio. La macchina organizzativa funziona bene (è oramai rodata), in poco tempo riusciamo a dare da mangiare a tanta gente e questo è molto apprezzato da chi aspetta a tavola. Non sempre lo spettacolo musicale ha potuto essere eseguito causa pioggia, però siamo contenti di come sono andate le cose: sotto la struttura, si è mangiato allegramente, in compagnia e all’asciutto. La finalità della sagra è creare un centro polifunzionale e ci stiamo riuscendo: abbiamo realizzato un campo di bocce sintetico, un campetto di calcio per i ragazzi, recupero di locali parrocchiali, altre iniziative ne abbiamo in cantiere, ma soprattutto la sera qui diventa il raduno della gente di Pedemonte e anche da Berbenno arrivano qui a giocare a bocce da noi».
Il mercatino
Anche un mercatino artigianale ha cercato di accogliere gli ospiti, pre e dopo pasto, una decina di banchetti: avrebbero dovuto essere molti di più. Ne parliamo con chi ha cercato di organizzare il tutto: Cinzia Bassi (di Pedemonte): «Premesso che il tempo non ha molto aiutato e parecchi espositori di via hanno “mollato”, abbiamo presentato prodotti artigianali, bamboline, cosmetici alla bava di lumaca, bigiotteria, prodotti col feltro… Quest’anno è andata così, peccato, ma andiamo avanti imperterriti». Festa grande comunque.
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