Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 27 Febbraio 2019
Radon nelle scuole a Sondrio: nessun allarme negli edifici in città
L’Arpa ha completato il monitoraggio annuale. Lo sforamento in via Battisti non desta preoccupazione. Ma nella palestra sarà comunque effettuata una bonifica.
I rischi legati alla presenza del radon negli edifici non vanno presi alla leggera, ma nel caso della scuola di via Cesare Battisti «i genitori possono essere ampiamente rassicurati», dopo il completamento del monitoraggio annuale curato da Arpa Lombardia. Nei primi sei mesi di controlli all’interno della palestra si era registrato «un leggero sforamento» delle soglie indicate per questo gas naturale radioattivo, ma nell’arco dell’intero anno i dati rientrano nei limiti previsti: nel locale verrà comunque eseguito «un intervento di bonifica», per adeguarlo ai livelli indicati dalla nuova direttiva europea, non ancora recepita dall’Italia. Nel resto della scuola (esclusi due locali usati come deposito e sempre chiusi) e negli altri due edifici analizzati, invece, le concentrazioni di radon sono inferiori ai livelli di riferimento.
L’hanno spiegato ieri a palazzo Pretorio gli assessori Marcella Fratta (Istruzione) e Andrea Massera (Lavori pubblici) durante l’incontro informativo rivolto a genitori, insegnanti e dirigenti scolastici, organizzato dal Comune per illustrare i risultati dei controlli condotti l’anno scorso sulla presenza di radon in tre scuole cittadine: la Quadrio, la scuola dell’infanzia di via Gianoli e il plesso di Triangia.
«Il monitoraggio è partito da questi tre edifici perché presentano le situazioni potenzialmente più delicate, con diversi locali seminterrati – ha spiegato Massera -, ma a fine 2018 è iniziata una seconda campagna che coinvolge altre sette scuole. L’obiettivo è di effettuare man mano il monitoraggio su tutti gli edifici comunali, partendo dalle scuole perché sono luoghi di lavoro frequentati anche da bambini e ragazzi».
La provincia di Sondrio, come hanno spiegato Silvia Arrigoni del Centro di radioprotezione di Arpa Lombardia e Enza Giompapa dell’Ats della montagna, è una zona in cui per le caratteristiche del suolo è più probabile incontrare maggiori concentrazioni di radon, un gas naturalmente presente nell’ambiente che può diventare dannoso per la salute se si accumula negli ambienti chiusi. «L’Organizzazione mondiale della sanità l’ha classificato come cancerogeno certo, perché aumenta il rischio di sviluppare il tumore ai polmoni - ha spiegato Giompapa –, ma questo non ci deve spaventare. Serve attenzione, bisogna conoscere il problema e affrontarlo, ma ci sono i rimedi e le soluzioni per fronteggiarlo, con opportuni interventi di bonifica sui locali. Il rischio, inoltre, dipende dal tempo di esposizione e dalle concentrazioni».
Le soglie fissate dalle normative - concentrazione media annua pari a 500 becquerel al metro cubo nell’attuale legge italiana, a 300 becquerel al metro cubo per la nuova direttiva europea – sono «cautelative in modo estremo», ha sottolineato ancora Arrigoni. «Si tratta di limiti riferiti all’esposizione durante un’intera vita lavorativa – ha spiegato l’esperta del Centro di radioprotezione dell’Arpa -, quindi la normativa è ampiamente cautelativa per quanto riguarda i bambini. Vengono infatti indicate concentrazioni veramente lontane dai livelli che possono provocare un incremento del rischio anche in soggetti in crescita».
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