Qualità dell’aria, Sondrio promossa: ha già raggiunto gli obiettivi del 2030

Sondrio

In Valtellina si respira bene. Decisamente meglio che nel resto della Lombardia. In un quadro generale a tinte fosche, arrivano buone notizie dal dossier Mal’aria 2025 di Legambiente realizzato sulla base dei dati Arpa del 2024.

In una situazione di generale di aria poco respirabile e di distanza con gli obiettivi europei da raggiungere entro il 2030, la provincia di Sondrio è l’unica in Lombardia, dove Milano svetta per i superamenti delle concentrazioni di polveri sottili, ma anche di biossido di azoto, a non dover fare alcun intervento: i parametri sono già in ordine. Altre due sole realtà, Lecco e Varese, devono ridurre solamente le concentrazioni di N02, rispettivamente del 15 e del 22%, tutte le altre province lombarde sono invece chiamate a un’operazione su entrambi i parametri.

Per il resto, dice Legambiente, la situazione nella regione è impietosa: tra le nove città capoluogo su dodici lontane dai nuovi limiti per il Pm10 solo Como non dovrà ridurre la concentrazione di Pm10 di un valore superiore al 20%, mentre per il biossido di azoto Como e Milano dovranno trovare strategie utili a superare un gap del 40%. Questo per quanto riguarda la media annua, mentre per ciò che riguarda il giornaliero la franchigia, nel 2024 superata da sei capoluoghi, passerà da 35 a 18 giorni per tutti gli inquinanti misurati (Pm 10 e 2,5, NO2).

Nel 2024 sei capoluoghi (Milano, Cremona, Brescia, Monza, Lodi, Pavia) hanno superato i 35 giorni di franchigia per le polveri sottili, con Milano seconda a livello nazionale. Cremona è seconda in Italia come media annuale per lo stesso inquinante (evidente la natura zootecnica di questo dato), mentre Milano è terza per il biossido di azoto per cui pesa invece la congestione da traffico motorizzato, in crescita come anche il tasso di motorizzazione pro capite.

Non va meglio a livello nazionale. Nel 2024, 25 città, su 98 di cui Legambiente disponeva del dato, hanno superato i limiti di legge per il Pm10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo), con 50 stazioni di rilevamento, dislocate in diverse zone dello stesso centro urbano. In cima alla classifica c’è Frosinone per il secondo anno di fila e Milano, entrambe con 68 giorni oltre i limiti consentiti. Al terzo posto assoluto si posiziona Verona a quota 66 sforamenti, seguita da Vicenza a 64.

Un quadro che secondo Legambiente rivela come l’inquinamento atmosferico sia un problema diffuso e strutturale, ben più esteso di quanto amministratori locali e cittadini vogliano ammettere. Se per le medie annuali di Pm10 e NO2 nessuna città supera i limiti previsti dalla normativa vigente, lo scenario cambierà con l’entrata in vigore della nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria, a partire dal primo gennaio 2030. Per il Pm10, sarebbero infatti solo 28 su 98 le città a non superare la soglia di 20 µg/mc, che è il nuovo limite previsto, tra queste Sondrio che ha registrato un dato di 19.

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