Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 05 Dicembre 2021
Protezione civile
«Grazie ai volontari
Siete l’esercito del bene»
Cerimonia di ringraziamento pubblico al teatro sociale per i 36 gruppi di protezione civile che hanno lavorato durante la pandemia
Le casacche blu e gialle della Protezione civile, il tricolore delle fasce dei sindaci e sullo sfondo, proiettate sul grande schermo alle spalle del palco, le immagini di diciotto mesi di corse a recuperare dispositivi di protezione, di consegne di alimenti a chi non poteva uscire di casa, di supporto alle operazioni di vaccinazione, di sconforto e abnegazione.
Tutto sulle note dell’inno di Mameli cantato da Raffaella Natale, la poliziotta con la passione per la musica, accompagnata dalla chitarra acustica di Simone Zecca.
Punto di riferimento
E’ questa l’atmosfera che ha accolto ieri pomeriggio al Teatro Sociale di Sondrio la cerimonia di ringraziamento di tutti i volontari, delle associazioni, dei gruppi di Protezione civile e non solo che dall’inizio della pandemia ad oggi con il loro prezioso lavoro hanno contribuito a rendere meno complicato un periodo di per sé drammatico. L’esercito del bene, come lo ha definito l’assessore regionale Massimo Sertori.
«Avremmo voluto una festa più grande, con la gente, quella che voi avete aiutato - le parole del presidente della Provincia Elio Moretti e del sindaco di Sondrio, Marco Scaramellini che hanno organizzato la cerimonia -. Ma non è ancora il momento. È però il momento giusto per ricordare tutto quello che i volontari hanno fatto dall’inizio della pandemia».
«Abbiamo trascorso un anno e mezzo difficile - ha aggiunto Scaramellini -, ma abbiamo gestito al meglio la situazione e lo stiamo facendo ancora. Abbiamo fatto più di quanto era lecito aspettarsi davanti a questa pandemia. Tutti voi, tutti noi abbiamo dimostrato che uniti si lavora molto bene». Uno sforzo comune che ha coinvolto la prefettura, la questura, la Regione, l’Ats, l’Asst e tutti i sindaci. «In tutta drammatica situazione - ha detto Moretti - avremmo potuto fare poco se non ci fosse stato l’anello di congiunzione dei volontari che hanno fatto più di quello che era lecito attendersi. Non posso che ringraziarvi per averci fatto sentire meno soli e averci fatto comprendere l’importanza di avere una collettività che funziona nei momenti più drammatici».
Un grazie di cuore, lo stesso espresso anche dall’assessore Sertori. «Essere qui stasera è una vera emozione - ha detto -. La Lombardia è stata la prima regione in tutta Europa ad essere investita da questo nemico sconosciuto. Non avevamo protocolli, né indicazioni, l’unica cosa che potevamo fare era lavorare tutti insieme. Lo abbiamo fatto per poter salvare le persone. Abbiamo trascorso giornate a cercare mascherine e respiratori, a riorganizzare l’attività ospedaliera».
«Ma in quei momenti drammatici siamo andati oltre - ha aggiunto - i nostri ruoli perché sapevamo che dovevamo fare il massimo e che c’era questo mondo di bene e solidarietà intorno a noi».
Il prefetto, Salvatore Pasquariello, ha rimarcato l’importanza della coesione istituzionale e sociale, strumento fondamentale per affrontare l’emergenza e garantire la continuità dei servizi, il contenimento dei contagi e dare anche una prospettiva di rilancio.
Tempi duri
«Ognuno ha fatto la sua parte raccordandosi con le altre istituzioni - ha ricordato -. Devo ringraziare le forze dell’ordine impegnate con me 24 ore su 24 per rendere più semplice la vigilanza, i controlli e l’apprestamento dei soccorsi e poi il mondo del volontariato. I volontari sono degli esempi per tutti noi, con il loro stile di vita improntato alla solidarietà e alla gratuità che dobbiamo imitare».
Un ringraziamento particolare da parte di tutti è andato a Lorella Cecconami, direttore generale dell’Ats durante tutto il periodo della pandemia, presente in Teatro per ricevere l’attestato di ringraziamento. «Senza l’aiuto del mondo del volontariato e della Protezione civile e di tutte le istituzioni che mi hanno fatto sentire meno sola non saremmo andati da nessuna parte - ha detto visibilmente emozionata -. Non avevamo indicazioni, non avevamo protocolli. Mancava tutto».
Anche per questo Cecconami ha invitato a non dimenticare la drammaticità di quei momenti - «l’anno scorso di questo periodo eravamo in piena seconda ondata che per la provincia di Sondrio è stata peggiore della prima» -, la rapidità e la capacità delle decisioni assunte tutti insieme e «il grande cuore delle persone, la solidarietà e il volontariato che in questo territorio è particolarmente vivo. Cerchiamo di mantenerlo».
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