Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 30 Settembre 2015
«Profughi, puntare sul modello Sondrio»
Dalla Cgil appello a una gestione non improvvisata: «Occorrono delle piccole concentrazioni sul territorio». Evidenziato come non ci siano problemi di numeri o delinquenza: «In Valle 525 ospiti, lo 0,03% della popolazione».
La presenza di profughi, rifugiati e richiedenti asilo in provincia di Sondrio non rappresenta un problema, sia a livello numerico, sia per ciò che concerne l’ordine pubblico: affinché la situazione rimanga tale, visto che la questione relativa ai profughi dovrà essere affrontata ancora per molti anni a venire, è necessario difendere, moltiplicare e riproporre le buone pratiche che hanno contraddistinto il territorio di Valtellina e Valchiavenna, ma che ora sono state in parte accantonate.
A lanciare questo “appello” e a fornire un quadro oggettivo sulla presenza dei rifugiati e dei richiedenti asilo in provincia, la Cgil di Sondrio in una conferenza stampa organizzata ieri mattina nella sede di via Petrini: «I profughi - ha esordito il segretario generale della Cgil provinciale Giocondo Cerri - non rappresentano alcun problema per alcunché. Non ci sono problemi di ordine pubblico, ma la questione legata ai rifugiati e ai richiedenti asilo durerà per molti anni ancora. Attenzione, dunque, a creare grandi concentrazioni di profughi per lungo tempo. Noi sosteniamo il “modello Sondrio”, quelle buone pratiche che prevedevano piccole concentrazioni distribuite sull’intero territorio».
«Bisogna riuscire a creare una rete - ha fatto eco Michela Turcatti, componente della segreteria provinciale della Cgil e referente sul tema dei rifugiati e dei richiedenti asilo - che non punti a un’accoglienza in strutture enormi e isolate. Bisognerebbe accogliere e ospitare i profughi in piccoli gruppi in modo tale da non compromettere le loro capacità di mettersi in gioco e metterli nelle condizioni di competere al pari con altre persone».
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