Prima dell’episodio di mercoledì a Castione, si ricordano due rapine alle poste di Caiolo e Bianzone

Ha destato grande sconcerto in Valtellina la tentata rapina di Michelangelo Barbara alla filiale di Crédit Agricole a Castione Andevenno. Alla memoria tornato due episodi avvenuti nel 2007 e nel 2014

Michelangelo Barbara si è allontanato dalla filiale di Crédit Agricole, che aveva appena tentato di rapinare, in bicicletta, per poi raggiungere il furgone che aveva lasciato lontano da occhi indiscreti, specie quelli delle telecamere di videosorveglianza presenti nel parcheggio del centro commerciale “Iperal Le Torri” di Castione Andevenno.

Potrebbe essere questa la ricostruzione della tentata rapina di mercoledì mattina, una ricostruzione che spiegherebbe come inizialmente non si sia potuto collegare con certezza il malvivente di Castione con quello che poi, poco dopo, ha seminato il panico cercando di sfuggire a polizia e carabinieri, che lo inseguivano perché sul furgone aveva una targa clonata che risultava segnalata, e poi dando inizio ad un conflitto a fuoco terminato con il suo ferimento.

Un episodio che ha destato grande sconcerto in Valtellina, un territorio certo non abituato a fatti tanto gravi. Di rapine in banca in provincia di Sondrio non se ne ricordano molte, non si tratta certo di una tipologia di reato all’ordine del giorno e negli ultimi anni non se ne trova traccia negli archivi di cronaca.

Ma negli ultimi vent’anni sono stati due i colpi, invece, a uffici postali. Nel 2014, il primo aprile, un 50enne brianzolo aveva messo a segno una rapina nell’ufficio postale di Caiolo. Con il volto travisato da una mascherina e da un paio di occhiali, si era presentato allo sportello poco dopo l’apertura, chiedendo soldi all’impiegata. Quindi, dopo aver arraffato i contanti - circa 600 euro - si era dato alla fuga. Prima, però, aveva chiuso nel locale gli addetti delle poste e alcuni clienti che si trovavano all’interno dell’ufficio al momento della rapina. Dopo una lunga indagine, gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Sondrio erano riusciti ad identificare il rapinatore, che era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare mentre già si trovava in carcere, a Como, per un altro procedimento. Due anni dopo, nel 2016, è stato condannato con rito abbreviato a 3 anni e 4 mesi di reclusione.

E nel gennaio del 2015 sempre a Caiolo un altro episodio violento, in questo caso si era trattato di un assalto ad un furgone blindato dell’Istituto di vigilanza di Sondrio che si era fermato davanti allo stesso ufficio postale rapinato meno di un anno prima.

Per trovare un altro precedente di questo tipo occorre andare indietro fino al 2007, quando si era registrata una rapina in posta a Bianzone. Due banditi, uno dei quali armato di pistola, avevano assaltato l’ufficio postale del paese, riuscendo a prelevare un bottino di 7000 euro. Sotto la minaccia dell’arma, l’unica impiegata presente era stata costretta a consegnare i soldi contenuti nella cassa, in contanti. Era stato un gioco da ragazzi per i due rapinatori, nonostante nell’ufficio, sprovvisto di qualsiasi misura di protezione passiva, ci fossero alcuni clienti.

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