Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 04 Novembre 2016
Ponteggio pericoloso: scatta il sequestro
I sigilli della Procura al Provveditorato
Sondrio, per gli ispettori dell’Agenzia Tutela della Salute non sono rispettate le norme di sicurezza. Non solo: si indaga anche sulla presenza nel cantiere di diversi lavoratori stranieri non in regola.
Le accuse sono ancora tutte da dimostrare ed è la stessa Procura ad andarci con i piedi di piombo, ma tra gli studenti la battuta circola già: proprio i lavori al Provveditorato sono al centro di un’indagine per presunte irregolarità in materia di sicurezza sul lavoro e di violazione sulle norme che regolano i contratti di lavoro.
Quasi un ossimoro, anche se va subito precisato che gli uffici scolastici non c’entrano assolutamente nulla e, eventualmente, sono i primi a essere danneggiati dalla situazione. I sigilli e il cartello si vedono benissimo: «Ponteggio sottoposto a sequestro preventivo a disposizione dell’A.G.».
Proprio l’autorità giudiziaria, attraverso i controlli dei funzionati dell’Agenzia di Tutela della Salute, ha deciso di bloccare il ponteggio, adesso in fase di smontaggio per essere sostituito ma comunque conservato sotto sequestro per la prosecuzioni delle indagini.
Gli elementi dell’inchiesta trapelati finora non sono molti, nonostante il sequestro del ponteggio sia sotto gli occhi di tutti. A quanto risulta, comunque, gli inquirenti avrebbero contestato in primo luogo il mancato rispetto delle norme di sicurezza, che in un cantiere edile sono piuttosto numerose. Soprattutto, però, durante i controlli sarebbero stati notati degli operai al lavoro a diversi metri dal suolo in condizioni considerate decisamente rischiose, considerando l’estrema gravità delle conseguenze di una caduta.
A complicare ulteriormente la situazione ci si sarebbe messo poi il fatto che anche sotto il profilo dei contratti di lavoro sembra che le cose non fossero esattamente regolari. Gli operai, tutti di cittadinanza egiziana, non avrebbero dovuto trovarsi su quel ponteggio, sempre ovviamente secondo le accuse. Dalle prime verifiche risulta che ad eseguire i lavori di ristrutturazione della facciata non era la ditta che si era aggiudicata l’appalto, ma una seconda ditta che operava in subappalto.
Il titolare di quest’ultima, però, avrebbe negato qualsiasi contatto con gli operai che si trovavano sul ponteggio. Insomma, gli operai erano lì, non erano in regola, rischiavano anche di cadere, ma nessuno ne sa niente. Questo lo scenario con cui si troverebbero a fare i conti gli inquirenti diretti dalla Procura del capoluogo. Che evidentemente non si fermano e intendono a dare a fondo sulla vicenda. Per le conclusioni ci sarà tempo.
I lavori al Provveditorato, comunque, continuano: sotto sequestro c’è soltanto il ponteggio contestato e non tutto il cantiere, che continua a funzionare regolarmente. A breve la sistemazione della facciata dovrebbe essere completata. Per la conclusione delle indagini, invece, ci vorranno dei mesi.
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