
Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 11 Aprile 2025
Piano di controllo dei cervi, via all’abbattimento di 80 esemplari nel settore di Arcoglio
É scattato il Piano di controllo dei cervi nel settore di caccia di Arcoglio, messo a punto dal servizio Caccia e Pesca della Provincia di Sondrio col benestare degli enti preposti, Ispra in primis (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), e con la possibilità di prelevare e abbattere fino ad ottanta esemplari di questo ungulato in due finestre di tempo di qui a luglio. Un piano di controllo analogo era stato attuato anche due anni fa, nel 2023, suscitando forti polemiche in una buona parte dei cacciatori della zona a partire dai tesserati di Enalcaccia Sondrio.
Che, infatti, appreso del varo di questo ennesimo piano di controllo, si sono immediatamente attivati inviando alla Provincia di Sondrio e al Comitato di gestione della caccia del capoluogo una lettera a firma di Cesare Mitta, presidente di Enalcaccia Sondrio, e di Paolo Bianchini, rappresentante di Enalcaccia nel Comitato di gestione, per chiedere lo stop agli abbattimenti al di fuori del periodo di caccia.
«Siamo stati da poco informati dai nostri associati della messa a punto di un secondo Piano di controllo dei cervi da attuare, il primo, a breve in coincidenza col periodo dei parti delle cerve, con un prelievo limitato che scatterebbe quando un agricoltore, in presenza di un cervo nella propria vigna, faccia richiesta di intervento - scrivono i responsabili Enalcaccia - e il secondo da attuare nel periodo estivo con un abbattimento diurno e notturno di 60 capi. Ora, rammentiamo che già due anni fa il controllo del cervo in periodi inopportuni aveva scatenato forti critiche. Con soddisfazione avevamo accolto la sospensione dell’attività di controllo nel 2024, mentre, ora, siamo punto e a capo. Tra l’altro, abbiamo appreso essersi tenuta una riunione con alcuni cacciatori del settore di Arcoglio nella sede del Comitato di gestione durante la quale sono state anticipate alcune disposizioni operative, mentre i componenti il Comitato nulla sapevano al riguardo».
Disapprovato il metodo seguito, quindi, ma soprattutto il merito. Ad Enalcaccia non va giù che si proceda ad un controllo di questo tipo da parte della Provincia «che è deputata, invece, alla tutela del patrimonio faunistico e venatorio provinciale - dicono -, almeno non nei tempi e con le modalità previste».
In particolare Enalcaccia chiede che l’abbattimento «delle cerve con il piccolo venga eseguito in un altro periodo quando il cerbiatto non dipende più dal solo latte materno - dicono -, così come chiedono si preveda prima l’abbattimento del piccolo poi della madre quando già il cerbiatto è in grado di muoversi, questo per evitare episodi incresciosi di cuccioli rimasti privi della mamma, abbandonati e morti di stenti».
Secondo i cacciatori, infine, in questo periodo il controllo selettivo andrebbe indirizzato su maschi e femmine di giovane età e andrebbe fatto solo di giorno per permettere il corretto riconoscimento del selvatico «dopodiché - concludono -, un’altra strada percorribile sarebbe quella di catturare con il narcotico gli ungulati e trasferirli in zone meno densamente popolate».
Il piano di controllo che stiamo attuando è stato approvato da tutti gli enti preposti e viene introdotto al solo fine di ridurre l’impatto della specie cervo rispetto a incidenti stradali, danni alle colture e alle attività antropiche. Se la presenza del cervo in Arcoglio, settore che comprende i territori dei Comuni di Berbenno, Postalesio, Castione, Sondrio e Torre di Santa Maria fino al Valdone, non fosse così impattante dal punto di vista numerico, ma soprattutto sulle attività antropiche, non verrebbe sicuramente introdotto».
A dirlo è Gianluca Cristini, responsabile del servizio Caccia e pesca della Provincia di Sondrio che sta procedendo con questa seconda tranche di interventi selettivi già attuati nel 2023 con l’abbattimento di una cinquantina di capi.
«Non ho il dato dell’ultimo censimento di giovedì sera - dice Cristini -, ma quello di due settimane fa parlava di una popolazione di 530 cervi nel settore sui 460 censiti lo scorso anno. Un dato che, come si vede, non è in regressione nonostante il primo piano di controllo attuato nel 2023 e che, di primo acchito, non sembra aver impattato particolarmente sulla presenza della specie che continua ad essere massiccia. Di cui la necessità di procedere anche quest’anno con interventi di selezione mirata, perché interverremo su segnalazione dell’agricoltore o viticoltore che ha avuto il danno. E partiamo prima del 2023, non a giugno, ma già ora, quando ancora le femmine non hanno partorito e non hanno il piccolo al seguito. Purtroppo la selezione deve puntare soprattutto alle femmine, perché sono loro che governano al riproduzione e noi dobbiamo cercare di ridurre la presenza evitando che il numero dei cervi, ghiottissimi di germogli di vite, aumenti troppo».
Sempre Cristini respinge la proposta di Enalcaccia laddove chiede di abbattere i cervi solo di giorno «perché vorrei sapere quale cacciatore riesce nell’intento nelle ore diurne - dice -, ovvio che per stanare la preda la notte è il momento migliore fermo restando che, comunque, gli operatori che effettuano i prelievi sono dotati di strumenti ad infrarossi che permettono loro di vedere bene l’animale che si trovano davanti».
Dopodiché il grosso della selezione dovrebbe avvenire intorno al mese di luglio, quando il cerbiatto è già svezzato e non dipende più dalla madre.
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