Ordinati dal vescovo Cantoni quattro diaconi. Due sono valtellinesi

Alberto Gianoli «In un momento in cui le vocazioni al ministero ordinato, in tante parti del mondo secolarizzato, si sono rarefatte», in diocesi di Como possiamo sentirci «onorati e anche fortunati per tanta benevolenza da parte del Signore».

Con questa sottolineatura, ricordando i quattro preti novelli consacrati solo tre mesi fa, il cardinale Oscar Cantoni ha aperto l’omelia della solenne celebrazione con il rito di ordinazione di quattro diaconi: i valtellinesi Nicola Bergomi (33 anni) di Lanzada e Manuel Dei Cas (26 anni) di Bormio, i comaschi Mauro Cavallaro (26 anni a dicembre) di Olgiate Comasco e David Martìnez (30 anni) di Cernobbio.

Tanti fedeli, anche dalla Valmalenco e dal Bormiese hanno raggiunto la cattedrale di Como per esprimere il loro affetto e il loro sostegno agli ordinandi. Capaci - come ha sottolineato il rettore del Seminario vescovile, il morbegnese don Alessandro Alberti - di arrivare «a una scelta definitiva, per sempre. E questo oggi forse spaventa un po’». Don Alberti ha poi citato i versi di un brano pop di Biagio Antonacci (“E se fosse per sempre… mi stupirei! E se fosse per sempre… ne gioirei”), per ricordare la bellezza delle scelte definitive, come quella di «Gesù crocifisso che ci ha amato per sempre».

Ai quattro ordinandi, che ora compiranno fino al prossimo giugno l’ultimo tratto di formazione verso il sacerdozio, il cardinale Cantoni ha ricordato le caratteristiche proprie dei diaconi. «Non confidate troppo in voi stessi, nelle vostre certezze e nei metodi che ritenete infallibili - ha affermato -, ma tenete fisso il vostro sguardo sul Signore Gesù e lasciatevi guidare dalla potenza del suo Spirito. Sono essi che vi accompagnano e trasformeranno la vostra debolezza in uno strumento con cui manifestare la forza dell’amore, verso tutti, soprattutto verso i piccoli e i poveri, i meno amati, quelli che vengono rifiutati o respinti». Il vescovo Oscar ha invitato i quattro giovani diaconi anche a lasciarsi «educare continuamente dal mistero sapiente della croce ed imitatene la logica. Essa si mostra quale via infallibile di vittoria, nonostante proprio la sua apparente debolezza. E perciò, mantenendo uno stile povero, imitate il Signore crocifisso e risorto, che attraverso di voi oggi continua a operare, si impegna con voi ad amare tutti, anche i nemici, vi invita a scegliere di servire i poveri nel corpo e nello spirito e non manca di ricordarvi il primato della preghiera, come ha vissuto lui, in una ininterrotta comunione filiale con Dio Padre».

In un mondo sempre più secolarizzato, il vescovo Oscar ha spronato gli ordinandi a credere «nella fecondità del vostro continuo donarvi, anche se apparentemente le persone sembrano tanto restie nei confronti del vostro annuncio», quindi a non lasciarsi «sorprendere da un facile scoraggiamento, spesso segno di aspettative mondane, di un entusiasmo e di un fervore non purificati dalla pazienza escatologica della fede». Da qui l’invito a perseverare «umilmente nel dono di voi stessi con generosità, fiducia e delicatezza d’animo nei confronti di tutti. Collaborate con noi per costruire una Chiesa missionaria, più accogliente, capace di camminare con le persone, umile. E, infine, continuate a stupirvi come il Signore continui a fidarsi di voi, così che non vi ritirerà mai la sua fiducia».

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