Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 16 Novembre 2017
«Ora il calcio ritrovi la sua fantasia»
La delusione dei tifosi sondriesi, che individuano nell’educazione allo sport il punto da cui ripartire. Mister Colombo: «Bisogna lasciar liberi i bambini di giocare» - Polattini: «Poca qualità, puntare sui settori giovanili».
«Un campionato del mondo senza Italia è come un’estate senza sole e senza mare»: queste parole di Gianni Pedrola, uno dei componenti del Grupp Sasela, i tifosi più caldi del Sondrio, sintetizzano al meglio l’umore degli appassionati di calcio italiani la mattina dopo il mancato successo contro la Svezia a San Siro e la conseguente mancata qualificazione ai Mondiali dell’estate prossima in Russia. «Sono molto deluso - ha proseguito Pedrola - e c’è davvero poco da dire. Mi aspettavo che l’Italia si qualificasse ai Mondiali e invece non è successo. Adesso è ora di cambiare tutto: a livello internazionale contiamo meno di zero e, per quanto mi riguarda, Carlo Tavecchio (il presidente della Figc, ndr) doveva andarsene ancora prima di essere eletto».
Rimanendo nell’ambito del Sondrio calcio e dei colori biancazzurri, pur non entrando nel dettaglio delle questioni tecniche e tattiche, il tecnico della formazione valtellinese Luca Colombo prova ad analizzare le possibili strade a lungo termine per uscire da questa situazione di stallo di tutto il movimento calcistico italiano: «Dispiace e sicuramente fa specie non vedere l’Italia ai Mondiali. - sottolinea proprio mister Colombo -. Si tratta di una cosa troppo grande da spiegare in un attimo e sarebbe facile sparare a zero su tutto e tutti. Io credo, invece, che bisogna lasciare fare le cose a chi le sa fare e a chi di dovere. Quello che, però, mi sento di dire, è che sarebbe necessario tornare ad avere più qualità e più fantasia e per poterlo fare bisognerebbe educare i bambini allo sport: al momento, in questo senso, a scuola si fa troppo poco, mentre bisognerebbe lasciar liberi i bambini di giocare e farli appassionare a uno sport».
E, a proposito di bambini, l’eliminazione di lunedì sera dell’Italia contro la Svezia fa ancora più male se si pensa che sugli spalti di San Siro ad assistere alla gara erano presenti i ragazzi delle scuole calcio di Pontese, Olympic Morbegno e Valchiavenna, oltre ai tecnici che stanno seguendo le lezioni del corso per allenatori di settore giovanile Uefa C. «L’eliminazione dell’Italia - ha evidenziato il delegato provinciale della federazione Daniele Croce - non è una nota positiva per nessuno e impone un’attenta riflessione. Tutte le riforme e gli investimenti effettuati nel settore giovanile evidenziavano la necessità di dare un futuro più adeguato al movimento. Ora deve esserci l’impegno di tutti e a tutti i livelli per garantire una maggiore competitività al movimento stesso, ovviamente nazionale compresa».
Una competitività che, secondo Roberto Polattini, uno dei tecnici più esperti nel panorama calcistico della provincia di Sondrio, è mancata per vari motivi: «Innanzitutto va detto - ha esordito Polattini - che dispiace per l’eliminazione, ma non si tratta né di un’Apocalisse, né di una tragedia. I veri problemi della vita e del mondo attuale sono altri. In ogni caso credo che l’Italia abbia pochi giocatori di qualità rispetto al passato, anche perché oggi molti meno bambini giocano a pallone negli oratori, sui campetti di periferia o per strada. Per tornare competitivi bisogna puntare sui settori giovanili, anche sui naturalizzati se necessario e su un allenatore che abbia carisma e sia un selezionatore che faccia giocare i migliori calciatori nel loro ruolo migliore e non cambi continuamente modulo».
Infine, parola a Michele Rigamonti che 11 anni fa, aveva assistito dal vivo alla finale dei Mondiali Italia-Francia a Berlino: «Senza Italia non sono Mondiali. - sottolinea l’imprenditore valtellinese - I Mondiali sono un periodo bello, emozionante: ti ritrovi con gli amici a vedere le partite e provi orgoglio quando senti l’inno di Mameli. Quest’estate, invece, tutto questo mancherà e forse è anche giusto così visto che il livello tecnico attuale dell’Italia è basso e mancano quei campioni in grado di tirare fuori il coniglio dal cilindro. Lunedì i giocatori ci hanno messo l’anima, ma con davvero tanta confusione».
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