Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 30 Settembre 2017
Oncologia medica della provincia. Vent’anni tra crescita e innovazione
Il reparto è nato in uno scantinato di 80 metri quadrati dell’ospedale nel 1997. Ad oggi conta 8 oncologi, 3 psicologhe, 2 biologi, un nutrizionista, una segretaria e 21 infermiere
A vent’anni dalla sua nascita, l’Oncologia medica di Sondrio si è raccontata in un partecipato incontro al Grand Hotel Della Posta.
Dopo i saluti del sindaco Alcide Molteni che ha rimarcato il ruolo della sanità pubblica, e di Alessandro Innocenti, presidente dell’Ordine dei medici, “ostetrico” nel lontano 1997 del reparto di Oncologia, ha preso la parola il direttore sanitario Asst Valtellina e Alto Lario, Giovanni Monzache ha posto l’accento su «una realtà impagabile come l’Oncologia medica, caposaldo della nostra azienda ospedaliera».
La presentazione del “Gruppo oncologico della provincia di Sondrio e dell’Alto Lario”, è toccata ai dottori Innocenzo Di Lorebzo e Maurizio Tondini. A fare gli onori di casa il responsabile di settore, Alessandro Bertolini, che ha sciorinato numeri importanti di un reparto nato in uno scantinato dell’ospedale cittadino di appena 80 metri quadri nel 1997 con solo 3 medici e 3 infermiere. Dopo 20 anni i pazienti hanno raggiunto quota 8.768 avendo a disposizione 6 letti di degenza, 3 day hospital e 5 ambulatori tra Sondrio, Sondalo, Chiavenna, Morbegno e Menaggio. A disposizione della struttura medica 8 medici oncologi, 3 psicologhe, un biologo per la ricerca clinica, un biologo per la qualità, un nutrizionista e una segretaria. Ventuno le infermiere dislocate nei vari ambulatori. Dagli 80 metri quadri del ’97 si è giunti a 615, totalmente climatizzati tra dh e ambulatorio, sala operativa, magazzino e degenza. Dieci le associazioni che negli anni hanno contribuito a far crescere il reparto offrendo sussidiarietà anche per progetti importanti come “Anima e Corpo: la forza di essere” con incontri dedicati al make-up e trattamenti benessere per le pazienti oncologiche, o “Anima e corpo” per ridare il sorriso davanti allo specchio e la forza dentro di sé. Grazie alle donazioni di enti e privati è stato possibile dotarsi di macchinari sempre più sofisticati per la diagnosi e la cura, tra cui un ecografo e 2 Paxman in evidenza nella sala del Grand Hotel della Posta, per combattere l’alopecia femminile, tra gli effetti della chemioterapia più angoscianti per una donna. La donazione di 1000 parrucche la dice lunga, ma le Paxman agiscono in modo mirato con una cuffia ipotermica che abbassa ila temperatura del cuoio capelluto rendendo minima la sostanza medicinale rilasciata nei follicoli piliferi.
È giunto poi il momento del commosso ricordo, da parte del dottor Mario Fiumanò, del collega Albino Muffatti, schietto e sincero, diretto nei modi, dalla scorza dura, ma dalla grande competenza e onestà mentale, alfiere e pioniere della lotta contro il cancro attraverso l’Univale e l’Oncologia medica. L’incontro è poi entrato nel vivo sul tema de “L’Oncologia ieri, oggi e domani” con i moderatori Alberto Scanni e Antonella Papalia a fare da trait d’union tra gli interventi di Serena Di Cosimoche ha offerto spunti di riflessione sull’obiettivo della ricerca clinica in Oncologia, e di Paolo Tralongo che ha illustrato i profili dei pazienti oncologici la cui guarigione è soggetta alle variabili del tempo, del tipo di patologia, del suo stadio, dell’età e anche del sesso, essendo le donne più resilienti.
Premiati al Grand Hotel della Posta del concorso giornalistico “Giuliana Cerretti”, sul tema “La ricerca clinica oncologica è un valore”, pensato dall’omonima associazione nel X anniversario della morte della giornalista a cui è dedicato.
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